Abramo in valle Bormida

Re: lettura


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Inviato da: Massimo il November 07, 2002 at 19:28:00:

In risposta a: Re: lettura
Inviato da Massimo il November 07, 2002 at 17:29:56:

Esiodo ci lasciò i nomi di due Arpie: Aello che
porta anche il nome di Aellopus, colei che ha i
piedi come il vento, e Ocipete, colei che vola
rapida. Però nel caso delle Arpie, esattamente
come in quello delle Sirene e delle Graie, si
alternano i numeri due e tre, ci fu tramandato
anche un terzo nome, Celeno, l'oscura, nome
portato anche da una figlia di Atlante. Figlie di
Atlante erano le Esperidi, e tra queste si trova
una di nome Mapsaura, il colpo di vento. Nemici
delle Arpie, e nemici vittoriosi, erano Calais e
Zete, figli alati di Borea, il vento del nord. La
loro vittoria viene narrata nella storia
dell'indovino cieco Fineo, al quale le Arpie,
come grossi uccelli, rapirono o sporcarono il
cibo. In questo racconto, com'è presentato dal
poeta Apollonio di Rodi, figura anche Iris che fa
notare ai Boreali che è contro la legge di
natura - contro Temi - inseguire con le spade i
cani del grande Zeus. (Iride, Figlia di Taumante
e di Elettra è un Oceanina, sorella delle Arpie.
Poteva anche immergersi negli abissidel mare,
sempre seguendo la traccia multicolore che segna
la fine delle burrasche, ed entrare nel regno
dell'Ade bagnato dai fiumi infernali: Acheronte,
Cocito, Flegetonte, Lete e Stige. Proprio con
l'acqua dello Stige,Iris riempì una coppa d'oro
che poi recò agli dei perché la usassero
come "testimonio" durante i più solenni
giuramenti.)

I lettori dei libri sacri di Orfeo conoscevano un
racconto secondo il quale Forco, Crono e Rea
sarebbero stati i primi figli di Oceano e di
Teti, i quali ultimi, a loro volta, discendevano
dalla Terra e dal Cielo.

Nereidi: Figlie di Nereo e di Doride e nipoti
dell'Oceano, sono in numero di cinquanta. Tra
queste Teti, la madre di Achille, Anfitrite, la
moglie di Poseidone, Galatea e Orizia.
Cavalcavano i delfini e andavano su carri
trascinati da Tritoni. Sono spesso rappresentate
intorno ad Afrodite che esce dal mare.
(Da: Karoly Kerényi, Gli dei e gli eroi della
Grecia, Garzanti)

infanzia africana
Tesa e sospesa era l'aria sull'Olimpo, mentre
Atena cominciò a spogliarsi delle sue armi.
Depose lo scudo, l'elmo, il giavellotto, si sfilò
l'egida e, prima di lasciar cadere il chitone che
le scendeva fino alle caviglie, fu circondata da
un gruppo di Eroine libiche coperte di pelli di
capra tinte di rosso e ricche di frange. Nascosta
da loro si avviò verso il lago Tritone. Lì
s'immerse come per rinnovare una verginità che
non avrebbe mai perduta. Ma era una ben più
profonda intimità da cui doveva distaccarsi: la
commistione con il corpo del padre. Nella secca
aria africana Atena riemerse con il corpo lucente
e forte. Le Eroine le porsero le sue vesti e le
sue armi. Ora Atena cominciava a vivere. (Da:
Roberto Calasso, Le nozze di Cadmo e Armonia,
Adelphi)



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