Tutto questo dovette accadere in tempi molto da noi lontani, che alcuni con evidente esagerazione suppongono salire ai primi periodi dell‘età quaternaria, quando le altre contrade dell’Europa credettesi falsamente fino ai dì nostri che albergassero esclusivamente popoli brachicefali di sangue ugro-fìnnico e turanico (2), molto prima che le genti ariane dolicocefale nella grande loro maggioranza, venissero dall’Asia a contrastarne loro il possedimento colla forza e colla violenza, assimilandoli in parte, e in parte imponendo ad essi la propria dominazione e la propria lingua. Perciocchè le ultime ricerche preistoriche provano in termini assoluti, che contemporanee, e probabilmente anteriori a quelle stirpi brachicefale, altre parecchie si succedettero o coesisterono di diverso tipo craniale, Benchè ugualmente distinto dall‘ariano (3). Ma, da un lato, dei Turanici in generale, nelle contrade abitate dalle genti iberiche, non rimase che la ricordanza, confermata da scarse reliquie di scheletri e di cranii di varia configurazione, che non hanno e non possono avere importanza storica di qualche conto; e dall’altro i Finni, che potrebbero averla avuta, benchè per la lingua sembri ai filologi che si abbiano a classificare fra i Turanici, sostiene Retzius, che costituiscono ancora attualmente una razza distinta dalle turaniche, dotata di maggiore intelligenza, di grande tenacità e vigoria latente, e suscettiva di grande svolgimento, quantunque i più di essi perdurino in uno stato pochissimo progredito (4). Al che aggiungesi che, secondo i più, codesti Finni sono fra i popoli venuti gli ultimi dall’Asia in Europa, sicché non potrebbero classificarsi fra gli antichissimi abitatori di questa parte del mondo, come fu creduto generalmente fino ai dì nostri (5). Di tutto ciò basterà avere qui fatto un cenno in ordine al presente lavoro, inteso specialmente a chiarire le origini delle genti ibero-liguri, delle quali non solo si conservò non interrotta memoria in ogni tempo, ma ne pervennero ed esistono tuttavia i discendenti legittimi, benché il loro tipo ed il loro carattere abbiano subito non piccola alterazione da una serie di avvenimenti incontestabili in massima generale, dei quali però ignoriamo i principali particolari della parte più antica, che sarebbe per noi la più istruttiva.