Le stirpi ibero-liguri nell'Occidente e nell'Italia antica

Iberi: § VII

A conclusioni analoghe sulla Patria primitiva degli Iberi conduce la teoria delle origini africane, secondo cui il passaggio delle stirpi iberiche nella penisola di questo nome sarebbe avvenuto direttamente dall’Africa settentrionale, e gli Iberi sono considerati come identici ai Libi e Rebudelle iscrizioni egiziane, nelle quali già vengono ricordati come popoli vinti sotto la prima dinastia e come ribelli sotto la terza; ciò che farebbe salire la loro esistenza politica dai confini dell’impero dei Faraoni alle colonne d’Ercole a più dì 40 secoli a. C. Ora codesti Libi o Rebu gli ultimi scrittori di cose iberiche di maggior fama reputano come progenitori dei Berberi attuali, i quali sarebbero una rimanenza del nucleo di quella popolazione, la quale nell‘età della pietra abitava le caverne della Betica e della Lusitania, d’onde si estese all’intiera penisola ed oltre ai confini della medesima col nome di Iberi, Liguri, Sicani, Siluri. Assoggettati poscia dalle razze ariane e specialmente dai Celti, vennero da un lato respinte nei confini naturali della penisola, dove si mantennero prevalenti contro i Celti, che ve li inseguirono, mescolandosi con essi in parecchie regioni, per cui ne vennero il nome di Celtieria e di Celtiberi, che indicano la fusione dei due popoli; mentre dall’altro quei Celti medesimi respinsero i Liguri, frazione potente degli Iberi, oltre il Rodano, mescolandosi anche con questi nella Celto-Liguria, e rimanendo essi medesimi prevalenti in tutta la Gallia nei suoi limiti naturali (28).

Se poi gli Iberi passassero nella penisola spagnuola per mare, dall’Africa, ovvero per terra in un’êra in cui lo stretto di Ercole non esisteva ancora, e l’Europa e l’Africa non erano disgiunte ad occidente, come pensano alcuni dotti (46), poco importa alla soluzione del nostro quesito: poichè le relazioni e i passaggi di popoli dall’Africa settentrionale alla Penisola spagnuola e alle grandi isole del bacino occidentale del Mediterraneo, e dalle coste medesime dell’Italia, sono fatti storici notissimi, più volte rinnovatisi dai Cartaginesi, Romani, Vandali Arabi, Mori, Turchi, Spagnuoli e Francesi su larghissime proporzioni non meno nei tempi antichi che nei moderni, malgrado l’ostacolo del mare, che dopo i primi progressi nella navigazione fu loro sempre più di aiuto che d’impedimento.

Perciocché le analogie di varia indole, specialmente nei nomi delle città e della combinazione dei medesimi con sillabe successive, come si è testè accennato (§ VI), sono così numerose ed evidenti tra l’Africa berbera e la Spagna, da doverne necessariamente inferire una stretta parentela fra gli abitanti antichissimi delle due contrade, sia che Libi ed Iberi venissero da una medesima grande nazione dalle isole dell’Atlantico o dal continente nuovo, e coabitassero lungamente nella regione centrale occidentale del continente antico prima che un cataclisma fisico, aprendo una via marittima, li separasse violentemente gli uni dagli altri; o sia che passassero direttamente dall’Africa settentrionale nella penisola spagnuola, la quale in antico chiamossi anche ligustica dal nome dei Liguri o Ligusi, che abbiamo detto e dimostreremo più innanzi essere stato uno dei popoli più potenti della penisola iberica, dalla quale però finirono con andarsene definitivamente, preceduti da altre genti della stessa stirpe, di cui diremo fra breve. Giova intanto conchiudere dalle cose fin qui discorse, che Baschi ed Iberi colle genti di quella grande famiglia di popoli non hanno nulla di comune cogli Ariani nè coi Turanici dell’Europa, nè coi Semiti, e appartengono ad un altro tipo e generazione di uomini, i quali, secondo le più probabili indicazioni vennero da mezzodì e dalle grandi isole e terre poste ad occidente del continente antico; il che non contraddice punto la dottrina della unità d’origine del genere umano, come abbiamo già osservato.

Nelle nuove loro sedi furono poi assaliti da ogni parte, nella Spagna dai Semiti (Fenici e Cartaginesi) e dai Celti, i quali però mai non vi prevalsero sul grosso della nazione; nella Gallia dai Celti che li espulsero quasi assolutamente dalla contrada; e nell’Italia dalle stirpi italiche, greche ed etrusche con una guerra implacabile e secolare; tanto che quelli, che vollero ad ogni costo conservare la loro indipendenza e autonomia si ridussero nelle alte regioni dei Pirinei occidentali nell’Iberia, e nell’Italia vennero respinti nelle Alpi marittime e nell’Apennino settentrionale. Nel doppio versante di quelle montuose contrade le stirpi iberiche si mantennero lungamente autonome ed indipendenti, finchè vennero esse pure ingoiate nella voragine dell’unità romana, conservando però sempre una impronta dell’antica nazionalità, la quale dura tuttavia spiccatissima nei Baschi, e in proporzioni minori anche nei Liguri-Piemontesi.