Le stirpi ibero-liguri nell'Occidente e nell'Italia antica

Liguri: § VIII

La prevalenza dei Liguri nei limiti da noi indicati non è in modo alcuno contestabile; ma alcuni scrittori vanno assai più in là, allargandoli senza riserve all’intiera penisola, nel suo significato geografico più esteso, compresa l’Istria; ed affermando, che alla venuta delle stirpi ariane la possedevano per intiero i Liguri, i quali formarono il substrato, a cui si sovraimposero le genti ariane. Fra quelli il Nicolucci, ad esempio, il quale trova Liguri in tutta la penisola, dalle Alpi al Lilibeo, dal Varo all’Istria; e crede che in ogni angolo della medesima si parlassero dialetti della lingua ligure (p. 69) prima delle invasioni ariane, le quali nell’Italia settentrionale e centrale si componevano di stirpi italiche, venute dalle Alpi orientali, e nella meridionale di Pelasgo-Elleni. Egli suppone, che avvenisse ai Liguri nell’Italia ciò elle era accaduto agli Iberi nella Spagna: fossero cioè dagli Italo-Greci respinti nelle Alpi marittime e nell’Apennino settentrionale entro i limiti, che ancora possedevano nei tempi storici.

Che i Liguri dominassero sulla sinistra del Po fino al lago di Garda anzi oltre Verona non mancano vaghe indicazioni negli scrittori latini e greci: le quali troverebbero un argomento di peso nella iscrizione del trionfo di Q. Mario sugli Stoni o Steni, cioè sugli Euganei (a. 118 a. C.), e dei quali era borgo capitale Stonos. Pausania nomina un Cicno, re dei Liguri nella Celtica prope Eridanum, Virgilio ricorda un Cicno fortissimo re dei Liguri, ed Ovidio pure loda un Cicno re dei Liguri, e dominatore di grandi città. Anche Vegezzi-Ruscalla vorrebbe trovarli nei tempi storici nella Rezia, dove li avrebbero respinti gli Umbri prima e poi gli Etruschi: e Garbiglietti nell’esame della monografia di Nicolucci sui Liguri accostasi all’opinione di questo scrittore, e colloca Liguri in tutta l’Italia meridionale (Japigia, Messapia, Bruzio e Lucania), d’onde sarebbero poi stati ricacciati a tramontana fino all’Arno (39).

E, continuando in questo sistema di congetture, credono rinvenire indizi sicuri dell’antica presenza dei Liguri nell’Umbria, nel Piceno, nella Sabina, nelle grandi isole italiche e perfino nell’Istria, ciò che sembrava già dubbio agli antichi scrittori medesimi, tra cui Filisto: il quale, mentre afferma che i Liguri occultarono la Sicania, non ammette poi che ai Liguri si possano ascrivere i Liburni, così chiamati da un Liburno, autore fra essi di molte invenzioni. Difatto l’unica o almeno principale prova consiste in argomenti antropologici, nell’essere cioè il tipo brachicefalo quello degli abitatori tutti della penisola, anteriori all’invasione ariana a loro avviso; il che abbiamo in altro paragrafo osservato essere contrario ai progressi della scienza (§ I). Tranne per la Liguria propriamente detta, per le altre regioni italiche è una conclusione fondata a fatti parziali, contraddetti da altri d’indole affatto contraria, e lontani dal poter confermare così esclusiva teoria, sorpassata ancora da quella di E. Celesia; il quale opina, che nel millennio prima dell’êra volgare il dialetto ligure era quello di tutta Italia (40).

Ma tutte queste opinioni dipendono da indicazioni parziali e spesso sommamente vaghe, di cui non si deve ne può esagerare l’importanza fino a dedurne conclusioni generali assolute o quasi assolute. Poiché, anche ammesse per vere, accennerebbero piuttosto a dominazione temporanea dei Liguri in quelle contrade, dove sarebbe rimasto alcuno indizio di loro presenza nei tempi antistorici, che non a sede e patria stabile di tribù liguri nell’età storica; non sapendosi pure ben dichiarare qual regione dell’Italia settentrionale sia la Celtica prope Eridanium di Pausania (41). E però, volendo procedere colle norme accettate dai canoni della critica in somiglianti ricerche, riputeremo come attestata da testimonianze incontestabili la presenza nella nostra penisola più o meno lunga dei Liguri, anzi la loro prevalenza etnografica e politica nel compartimento ligure piemontese, in origine sulle due sponde del Po fino ai piedi delle Alpi, occupate ab antico da popolazioni rare di sangue celtico e germanico, non essendo accertato che i Salassi, fossero anche essi Liguri benchè parecchi lo affermino non senza fondamento. Quanto ai Taurini, erano riconosciuti per Liguri ancora nel primo secolo dell’êra volgare (42), anche quando il paese tutto era romanizzato da secoli, e la città era compresa nella provincia ligure. Quindi nella già Contèa di Nizza e nel territorio di Piacenza (43) e in quel di Pavia, mentre sulla costa marittima prevalsero lungamente dal Varo alla Magra e si avanzarono fino al Tevere. Nel bacino del Po dominavano ancora nei tempi storici fino al Ticino sulla sinistra, e sulla diritta del gran fiume fino al Taro nel piano e sull’alto corso della Secchia nell’Apennino. Quale parte del Lazio e dell’Etruria centrale occupassero i Liguri nei tempi antistorici non oseremo determinare: perché nella tradizione sarebbero stati espulsi dal primo dagli Italo-Greci, e dalla seconda dalle stirpi italiche prima e poi dagli Etruschi, succeduti agli Umbri nella dominazione di quella contrada, in un periodo che non dovette essere posteriore al secolo XIV a.C.