Il primo in una memoria speciale sui Liguri ( 44 ) studiasi di provare l’origine celtica dei medesimi coll’aiuto della filologia comparata e della linguistica, ed afferma che la lingua ligure dovette essere in origine un dialetto celtico, e quindi il popolo, che lo parlava, una frazione della nazione celtica. Ma gli argomenti, con cui lo dimostra, non mi sembra che possano condurre a conclusioni quasi assolute, come quelli che consistono in non molte parole comuni o analoghe dei Liguri e dei Celti col medesimo significato, come Bodincus, nome dato al Po; Bodincomagus, Rinkomagus e poche altre di terre e di fiumi, che s’incontrano ugualmente nell’Iberia nella Gallia e nella Liguria. A questi aggiunge alcuni nomi proprii, fra cui quelli di Nanno, re dei Segobrigi, tribù ligure a cui i Celti si erano sovraimposti, e di Comanos suo successore, che egli classifica di carattere assolutamente ariano, con alcuni altri vocaboli, i quali affectent pour la plus part, ed altri che palesano evidentemente l’origine ariana. Le quali sue osservazioni fonda Maury essenzialmente su documenti non solo posteriori quasi tutti al VI secolo a. C. ma i più contemporanei o di poco anteriori al principio dell’era volgare, come sono i nomi dei popoli incisi nel trofeo di Augusto nelle Alpi marittime e nell’arco di Susa, innalzato allo stesso imperatore in un tempo, in cui i Liguri nell’Iberia occidentale e nella Gallia meridionale erano, già da secoli stati assimilali dai Celti (tranne gli Oxibii e i Diceati che rimanevano Liguri più o meno schietti ancora nel principio dell’êra volgare) (44 bis), e omai ridotti alla Liguria propria, perduta ogni loro autonomia, e passati successivamente sotto la dominazione romana. La quale, loro imposta con una guerra di sterminio di circa ottant’anni, non riuscii tuttavia a romanizzarli tranne sulle coste: dove fondarono colonie parecchie delle quali divennero città fiorenti, e in cui l’antico carattere nazionale subì necessariamente mutazioni e alterazioni più o meno radicali; non tali però, che del vecchio tipo e dell’indole primitiva della nazione non rimanessero incontestabili testimonianze, che troviamo numerose negli storici dell’età di Augusto.
Quale meraviglia, che in quel secolare contatto, mescolamento e successiva prevalenza politica dei Celti sui Liguri, questi abbiano adottati numerosi vocaboli dai Celti, e che questi ne abbiano alla loro volta presi dai Liguri, anche non tenuto conto del fatto omai acquistato alla scienza, che la lingua di una nazione non è sempre indicazione sicura della sua origine; e che la comunanza e l’analogia di alcuni vocaboli di due popoli, specialmente se finitimi e più ancora se mescolatisi fra loro o assimilatisi gli uni agli altri come avvenne appunto dei Liguri e dei Celti, non basta a gran pezza ad affermarne la comunanza di stirpe; tanto più quando si mantiene eziandio dopo quegli avvenimenti una recisa differenza e quasi antagonismo d‘indole, di tipo e di consuetudini, non mai intieramente cessata nei tempi antichi non solo, ma neppure nei moderni?
È questa una inesattezza, in cui caddero Humboldt stesso e Fauriel, D’Arbois e Desjardins, che trattarono di una somigliante quistione; la quale nel presente caso pare risoluta dal fatto della presenza non solo, ma prevalenza dei Celti nell’Italia sulle due rive del Po, specialmente sulla sinistra, almeno quattro o cinque secoli prima dell’era volgare, e due o tre della conquista romana, come risulta dalle tombe galliche ultimamente scoperte in Brianza fornite di oggetti e monete d’origine assolutamente celtica (45). Poiché i vincitori imposero certamente molti nomi gallici ai luoghi da essi occupati, e poterono quindi chiamare Bodincus, il Po, come lo chiamarono Padus, e dare nomi nazionali ad altri fiumi e città (46).
Di fatto Polibio non dice altro a questo proposito, se non che " Gli indigeni (che tanto potevano essere Liguri quanto Galli ai tempi di quello scrittore, nel II secolo a. C.) chiamavano questo fiume (il Po) Bodincus ", osservando, che i particolari intorno al Po erano pieni di favole e di errori tolti dagli scrittori greci, dai quali appunto Plinio trasse la notizia " che nella lingua dei Liguri il Po si chiamava Bodincus e significava senza fondo "; aggiungendo, che si vergognava di improntare dai Greci indicazioni relative all’Italia (pudet a Graecis Italiae rationem mutuari) Poichè quella spiegazione della parola Bodincus aveva preso Plinio da Metrodoro Scepsio, autore greco del I° secolo a C., nel quale poco o nulla potevasi ricordare di ciò che riguardava le origini dei Liguri della valle superiore del Po, come di popolo scomparso da più d’un secolo dalla scena politica.
A ciò Plinio medesimo aggiunge una osservazione fortuita, la quale basta a dimostrare l’incertezza della significazione data al Bodincus da Metrodoro, il quale sappiamo che pretendeva spiegare nomi e persone con ragioni fisiche (47); dichiarando Plinio, che quella profondità cominciava dalla città d’Industria (nelle vicinanze di Monteu da Po) a pochi chilometri da Torino. Ma ivi il fiume ha poca profondità; e, tranne nelle piene, non porta che barconi di capacità moderata: e, non che chiamarsi senza fondo, non si può dire veramente profondo prima di aver ricevuta la Dora baltea, la Sesia e specialmente il Tanaro sotto Valenza. Tutto ciò non isfuggiva certamente all’acuta mente del Maury, che dubbioso per avventura egli medesimo di non potere con sì scarsa suppellettile provare la doppia affermazione dell’origine e della lingua celtica dei Liguri, non tarda a moderarla collo ammettere in termini espliciti: " Que les Ligures eux-mêmes, qui formaient sans doute d’abord une race distincte, subirent si complètement l’influence des envahisseurs Celtes, que’au plus haut que nous puissions remonter dans leur histoire nous ne voyons que des tribus celtisées (48) ". Ed a breve intervallo ripete il medesimo restrittivo concetto, col dire che le parole liguri arrivate fino a noi " se rattachent pour la plus part à la famille celtique - et si la race ligure n’est pas de source celtique, avait au moins reçu de trés-bonne heure une forte infusion de sang celtique et adopté un idiome celtique au fond ".