Le stirpi ibero-liguri nell'Occidente e nell'Italia antica
Liguri: § XI
Maury sapeva benissimo, che gli antichi distinsero in ogni tempo i Liguri non solo dai Celti, ma anche dagli Iberi, dando ai due popoli riuniti e coesistenti da Emporio al Rodano il nome di Ibero-Liguri; mentre quello di Celto-Liguri dato agli abitanti di parte dal paese fra il Rodano e la Durenza, afferma implicitamente che ivi i Celti si erano sovraimposti o piuttosto incorporati ai Liguri, mantenendo però esclusivamente quello di Liguri alle tribù di questa nazione, che i Celti non riuscirono a conquistare, alcune delle quali situate ad occidente del Varo, anche quando, col prevalere dei Celti dalle Alpi marittime ai Pirinei, prevalse eziandio la denominazione di Celtica a tutta la Gallia meridionale, compresa fra quelle catene di monti. Ed egli medesimo non dissimula, che gli Oxiati e Deceati ad esempio, malgrado tutta l’influenza celtica si mantennero autonomi cogli antichi costumi e coll’antico carattere fisico e morale, in cui differivano tuttavia radicalmente da quelli dei Celti ancora nel principio dell’era volgare, come afferma in termini precisi Strabone medesimo; dicendo che i Liguri erano di nazione diversa dalla gallica; e ammettendo, che quelle differenze sussistevano tuttavia in parte nei discendenti dei due popoli. Ma sostiene Maury, che in quel periodo la lingua degli antichi indigeni era scomparsa e sottentrato alla medesima un dialetto celtico: e quantunque una somigliante affermazione, in termini assoluti; non sembri così facile ad essere dimostrata, vogliamo tuttavia ammetterla per abbondanza rispetto ai Liguri transalpini, non però senza giuste riserve pei Liguri cisalpini.
In ordine a questi siamo anche disposti a concedere, senza troppe riserve, che i loro dialetti attuali, cioè il ligure-pedemontano, abbiano ad essere classificati fra gli Italo-Galli (51): ma non per questo ne rimarrebbe punto provata l’origine celtica. Poichè è assioma omai acquistato alla scienza, che la nazionalità non si può e non si debbe sempre confondere colla lingua, nè questa con quella senza pericolo certissimo di cadere bene spesso in gravi errori; ed abbondano gli esempi di popoli conquistatori che imposero ai conquistati la loro lingua, o presero talora quella dei vinti, ogni volta che questi avanzavano notabilmente quelli in coltura (52). Il quale pericolo diventa maggiore quando, perìta quasi del tutto la lingua di una delle due nazioni, da alcune poche parole comuni alle medesime si vogliono derivare conclusioni assolute sulla loro etnografia a chi non è noto ad esmpio, che non molti anni fa era in Italia eziandio opinione generale, che gli Umbri fossero di stirpe celtica, fondata ad alcuni vocaboli, accettati come d’origine celtica; mentre attualmente, dopo il diciframento delle tavole eugubine in lingua umbrica, il celtismo degli Umbri non è quasi più opinione discutibile, essendo accertato che sono non solo di sangue italico ma il ceppo principale di quasi tutte le antiche italiche popolazioni?