Le stirpi ibero-liguri nell'Occidente e nell'Italia antica

Liguri: § XII

Per provare la sua tesi, Maury rimpicciolisce soverchiamente l’antica nazione dei Liguri, che i Greci consideravano come rappresentante principale dell‘Occidente (§ IV), e che alcuni moderni, dividendo pure con Maury l’opinione dell’origine celtica più o meno esplicitamente (53), vorrebbero all’opposto ingrandire oltre misura (§ VI). Egli però ammette come vere le indicazioni degli scrittori greci sulla presenza di liguri nell’interno della Spagna e nel bacino del Guadalquivir, sull’esistenza di una città ligustina non lungo da Tartesso e di un lago ligustico attraversato dal Baetis: ma sostienz, che non erano indigeni di quei luoghi e nemmeno dell’Iberia, nella quale erallo straieri e un cui non presero sedi stabili che parecchi secoli dopo. Accetta le indicazioni di Tucidide e di Dionisio, i quali fanno espellere dal bacino del fiume Sicano (che assimila egli allo Xucar) i Sicani: ma poi sostiene, che quei Liguri non erano altro che un ramo dei Celti; quel ramo, che, seguendo la consuetidine di quella nazione di migrare in corpo in stranieri paesi in cerca di nuove sed che gli pari poter confermare col tentativo fallito degli Elvezi ricordato da Cesare, De bello gallico, I, §II e seg. Sarebbe disceso lungo il Rodano sulle rive del Mediterraneo, di dove, avanzatosi ad occidente e ad ostro fino all’interno della Spagna meridionale occidentale,, erasi poscia con ritorno offensivo rovesciato sui Sicani della coste orientali, spingendoli innanzi a sè fino in Itali, obbligandoli eziandio ad uscire dal continente per rifugiarsi nell’isola, che da essi prese il nome di Sicania.

Questa ipotesi di Maury, che farebbe salire le invasioni celtiche nella Gallia marittima e nell’Iberia meridionale a 15-20 secoli prima dell’era volgare, si fonda essenzialmente sulla sua opinione che i Liguri fossero realmente un ramo dei Celti in tutto il rigore della parola. Ma una tale supposizione ci sembra assolutamente inaccettabile, perchè contraddice direttamente a tutte le notizie degli antichi scrittori, i quali non solo ci rappresentano sempre i Liguri come nazione etnograficamente e geograficamente affatto distinta da ogni altra, e in modo speciale dai Celti, dagli Etruschi e dagli Itali, con cui confinavano e dai quali si videro successivamente togliere buona parte delle contrade da essi anticamente abitate nella Spagna, nella Gallia e nell’Italia; ma ancora nel principio dell’êra volgare i caratteri fisici, e le consuetudini tutte principali dei Liguri erano così speciali ad essi, e così differenti da quelle dei Celti e degli Itali già romanizzati, che anche allora attestavano in modo evidente e spiccatissimo la differenza di stirpe che li separava; e le indicazioni di Strabone e Diodoro Siculo su questo punto, e specialmente dell’ultimo (di cui riportiamo nel § XV le stesse parole), sono così chiare, molteplici e recise, che non sembrano ammettere ombra di dubbio (54). Che anzi di quelle differenze non iscomparvero intieramente i vestigi neppure ai giorni nostri: il che appare chiaramente dal semplice confronto delle alte stature, del colore dei capelli biondi o rossicci, degli occhi cilestri, del cranio ovale e della tinta rosea della maggioranza degli abitanti delle provincie settentrionali e orientali della Francia coi caratteri fisici al tutto diversi di quelli delle provincie meridionali anticamente abitate dai Liguri e dagli Iberi, a cui si sovraimposero i Celti, e dei presenti liguri istessi; tra cui prevalgono stature mediocri, capelli bruni e castagni, testa rotonda, tipo corrispondente a quelli degli antichi Liguri ed Aquitani, popoli della stessa famiglia (55) e primi abitatori storici di quei luoghi. Il che è conseguenza del fatto, che le popolazioni liguri iberiche conservarono tenacemente in gran parte il vecchio tipo nazionale, ancorchè i Celti imponessero loro successivamente la propria dominazione e in parte la loro lingua. Vuolsi tuttavia osservare, che dalle Alpi Marittime al Rodano essendo avvenute ab antico incursioni e stabilimenti di stranieri, specialmente di Greci, che crebbero eziandio a grandi città, come ad esempio, Marsiglia, Antibo e Nizza, ivi la razza ligure dovette soffrire alcuna leggera alterazione prima ancora delle invasioni celtiche.

Un ultimo argomento, incontestabile a mio avviso, che i Liguri non sono di stirpe celtica ce lo somministrano i progressi dell’antropologia comparata, risultando da una serie di osservazioni di fatto più sopra accennate, esístere un vero antagonismo nella configurazione craniale dei Liguri con quella dei Celti e degli Itali medesimi. Perciocchè i Liguri erano non solo brachicefali (56) nella grandissima loro maggioranza, ma di un brachicefalismo che si distingue eziandio da quello delle altre nazioni di tipo analogo; il che si riproduce ancora attualmente nei loro discendenti, i Liguri-Piemontesi, abitatori della regione italica, che nella divisione di Augusto conservò il nome di Liguria non solo, ma anche alla regione subalpina sulla sinistra del fiume, anticamente essa pure in buona parte abitata dai Liguri. I Celti al contrario, e gli Itali in generale erano e sono dolicocefali nella grandissima loro maggioranza (57), e il mescolamento e l’infiltrarsi delle stirpi celtiche, italiche ed etrusche fra i Liguri della penisola non riuscì a trasformare, ma solo ad alterare in minime proporzioni l’antico loro tipo etnografico nazionale. Nei paesi litorali della Liguria attuale, dove le città di qualche importanza, da Genova in fuori, non sono di origine anteriore di molto all’era volgare, e parecchie colonie romane, dove affluirono nei tempi successivi numerosi stranieri per ragion di commercio, mescolandosi ai Liguri discesi dalle alture, dove i più di loro abitavano, il vecchio tipo fu leggermente alterato, come lo fu anche in Piemonte; dove l’azione o almeno l’influenza dei Celti fu maggiore, perchè continuata per secoli infino ai dì nostri, anche a motivo della unione politica della Savoia durata quasi un millennio; lasciando il mescolamento di tipi inevitabile nelle invasioni e tramutamenti di popoli nel medio evo, a cui neppure il compartimento ligure piemomese non poteva rimanere estraneo. Con tutto ciò, sia tenacità singolare della razza ligure, sia anche effetto del milieu del paese, che esercitò in ogni tempo un’azione più o meno efficace anche sui caratteri fisici dei popoli, è fatto incontestabile che il vecchio tipo brachicefalo continua a prevalere spiccatissimo, sicché distinguesi nettamente da quello delle altre italiche provincie, come radicalmente se ne distinguono i dialetti. E: dopo tutto ciò mi sembra di poter negare con fondamento la primitiva origine celtica dei Liguri antichi e moderni, malgrado il contrario avviso dell’illustre Socio dell’Istituto di Francia e di altri dotti, che ne accettarono le conclusioni etnografiche su questo punto (58).