Che l’ultimo fatto sia da Dionisio attribuito ai Siculi non cambia punto il suo concetto, essendo i Siculi per lui un ramo dei Liguri (231), e quindi Ariani di stirpe. Ma in questo suo ragionamento l’illustre francese fa intieramente astrazione ad un altro fatto della medesima natura, e d’una significazione evidentemente opposta, incomparabilmente più grave e di più lunga durata, la coesistenza pacifica secolare degli Iberi coi Liguri, non dirò nel bacino del Guadalquivir nell’interno della Spagna, ma certamente sulla costa orientale della penisola, prima dal fiume Sicano (Xucar) ad Emporium (Ampurias), e poi da Emporium al Rodano, dove li troviamo ancora nel IV secolo a. C., dodici o quindici almeno dopo quell’avvenimento. ed alla coesistenza politica per parecchi secoli dei Siculi e dei Sicani nella Sicilia di cui primi, anche secondo D’Arbois, erano un ramo dei Liguri, che per lui sono Ariani e nemici inesorabili dei Sicani, che sono Iberici, finchè non vennero le invasioni elleniche e cartaginesi, che loro si sovraimposero. Ma, pure ammettendo la presenza, e nel caso dei Sicani la prevalenza dei Liguri, D’Arbois colloca poi quel fatto nella Gallia in sulla Senna, che è per lui il fiume Sicano, benché tutti gli altri antichi e moderni scrittori lo trovino nello Xucar della Spagna; e fa distinzioni molto sottili sull Iberia e sugl’Iberi (pag. l8), che non ci sembrano in modo alcuno accettabili, perchè in contraddizione colle antiche memorie. Le quali ci rappresentano sempre i Liguri come una nazione affatto distinta e diversa dalle genti ariane nei principali caratteri fisici e morali, e in tutte le consuetudini; che visse con quelle in perpetua inimicizia e da cui fu perseguitata con una guerra di sterminio; sicché venne espulsa dalle coste della Spagna e della Gallia, confinata nella regione che ne conserva il nome e le reliquie, fino a perdere l’uso della lingua nazionale, ed ogni documento della medesima, da pochissime parole in fuori, che non bastano a gran pezza per farcene conoscere la natura. All’opposto, delle lingue ariane non solo si conservarono incontestabili monumenti, ma continuarono a parlarsi e scriversi, finchè, prevalendo sovrattutti il latino, nella decadenza dell’impero romano e nel primo periodo del medio evo ne nacquero i dialetti, che ancora si parlano attualmente; ritenendosi tuttavia nel Ligure-Pedemontano un carattere affatto diverso dagli altri tutti dell’ltalia (63), al punto che nel dialetto ligure alcuni vorrebbero riconoscere un elemento iberico (64), novella prova contro l’opinione di D’Arbois.