Le stirpi ibero-liguri nell'Occidente e nell'Italia antica

Liguri: § XVII

Le notizie, che sulla storia dei Liguri ci lasciarono gli antichi, dopo che furono ristretti nella contrada, a cui Augusto conservò il nome di provincia, e che dicemmo classificata la IX fra le undici, in cui quell‘imperatore divise la penisola, sono sommamente scarse. Gli scrittori latini sono unanimi nel lodarne la robustezza, l’agilità, l’induramento ad ogni fatica ed ogni privazione, l’amore indomito dell’indipendenza e della libertà, il disprezzo della morte e il valor personale in molti luoghi, benchè i più solo incidentalmente e in ordine alla loro lotta con Roma (75). Erano una eccellente stoffa di mercenari al paro degli Iberi, e secondo alcuni già come tali indicati da Erodoto nell’esercito persiano di Serse (76) nel V secolo a. C., certamente in quelli dei Tiranni di Sicilia nel IV, e molto più numerosi nelle armate cartaginesi nel III e nel II (77). Nel quale vennero finalmente più disfatti e dispersi che vinti e domati dai Romani in Italia, dopo una lotta tremenda e disastrosa di circa ottantanni, spesso interrotta e sempre ripresa con un accanimento indicibile; una lotta a tutta oltranza, una guerra a coltello ed implacabile, dura e pericolosa pei Romani, obbligati a guerreggiare in paese aspro e montuoso, munito in luoghi opportuni di castelli forti per natura e per arte, con strade rotte ed anguste, in continua penuria dì viveri e senza alcuna speranza di preda per la povertà della contrada. Domato un popolo ed una tribù, insorgevane un altro a danno di Roma, spintovi talora da inopia domestica e avidità di preda, senza veruna provocazione. Vinti una seconda e terza volta, si ritiravano in luoghi inaccessibili, e dopo alcun tempo tornavano da capo, piombando improvvisi sul territorio e sulle guernigioni romane; per cui il Senato romano non trovò altro modo di tenerli in giudizio, che di trasportarne i City bellicosi in altri paesi, far scendere i meno fieri nel piano, occupare essi medesimi le alture, e privare gli abitanti della costa delle loro navi da corso (78). Il che facevano e rinnovavano i Romani su vaste proporzioni. Così, ad esempio, negli a. 572 d. R. (180 G. C.) ne trapiantavano nel Sannio ben 40 mila colle loro donne e fanciulli, assegnandovi terreni e scorte per coltivarli, trasferendovene poco di poi altri sei mila; ed otto anni appresso (580 a. C.) parecchie migliaia sulla sinistra del Po. Fu ventura per Roma, che i Libri ha quella lunga guerra si movessero quasi sempre gli uni superati dadi Atri, per mancanza assoluta di unione nazionale fra i vari popoli e le varia loro tribù: ciò che rese meno disastrosa ai Romani la lotta di quello che sarebbe stolta, se i Liguri fossero stati uniti da vincoli politici fra loro. I generali romani trattavano i vinti senza misericordia, vendendo schiavi quelli che non erano caduti nelle battaglie, ed uccidendo talvolta a migliaia quelli che si erano resi al vincitore, sicché più d’una volta ne furono dal Senato istesso redarguiti, ed anche chiamati dinanzi ai tribunali (79).

Dopo il VI secolo di Roma, pare che i Liguri cisalpini si tenessero relativamente tranquilli, o almeno non dessero motivo di nuove spedizioni militari contro di essi. Tuttavia nei molli e fuori dei confini delle numerose colonie romane nella Liguria marittima e mediterranea, conservarono gli antichi costumi, e non si poterono considerare come veramente soggetti a Roma, finchè non venne successivamente compiuta la strada militare, la quale, partendo da Roma continuava nella regione marittima fino a Luni col nome di Via Aurelia; e poi, risalendo l’apennino ligure, scendeva sopra Tortona, d’onde con quello di via Emilia (da M. Emilio Scauiro cons. 639 di R.) teneva verso Acqui fra i Liguri Stazielli, e, passando non lungi da Spigno e da Cairo, scendeva sopra Savona; di dove Augusto la fece poscia condurre attraverso i Liguri transalpini ed i Celti fino a Marsiglia (80). Perciocchè, pacificati all’usanza romana i Liguri cisalpini, Roma impegnava quasi subito una lotta mortale coi Liguri transalpini: i quali, saccheggiato il territorio dei Massalioti alleati di Roma, avevano posto il campo a Nizza ed Antibo. Anche quella guerra fu terminata felicemente da Roma (fra gli anni 159-153 a. C.), la quale però non potè considerarsi come dominatrice sicura di quei luoghi, finchè Augusto ebbe fatto terminare quella parte della via Emilia, che da Savona andava fino a Marsiglia, come si è detto in questo medesimo paragrafo.