Cairo nella storia della Liguria e della Nazione, di Piero Angelo Tognoli

I Savoia

La pace non durò però a lungo perché le mire ambiziose di Luigi XIV, re di Francia, manifestatesi negli ultimi decenni di questo secolo, preoccuparono l’Austria, la Spagna, l’Olanda e l’Inghilterra le quali si allearono contro il comune rivale.
La guerra ebbe inizio nel 1686 e fu duramente sentita nelle nostre valli che, come di consueto, furono invase dalle truppe dei vari belligeranti.
Il duca di Savoia, Vittorio Amedeo il (1684-1730), lusingato dalla promessa delle Langhe, fattagli dall’imperatore Leopoldo nel 1687; abbandona la Francia.
Nel 1690 le trattative, circa la cessione di detto territorio, si conclusero con l’autorizzazione di Leopoldo all’acquisto da parte del duca di Savoia dei Feudi Imperiali, fra cui erano compresi Carretto, Cairo, Montenotte e Rocchetta.
Questo trattato, giunto a conoscenza della Francia, ne provocò la reazione.
L’abile comandante francese Catinat, avuto l’ordine di marciare su Torino, attaccò e vinse i Piemontesi a Staffarda ed alla Marsaglia e soltanto una pace separata con il "Re Sole" riuscì ad evitare mali maggiori al Duca Sabaudo.
All’inizio del settecento Spagna e Francia erano ancora le due più grandi potenze d’Europa.
La Spagna che raggiunse il suo massimo splendore ai tempi di Carlo V, continuava sempre a dominare sebbene incominciasse la sua decadenza.
La Francia, guidata dal "Re Sole", da qualche anno aveva raggiunto il sommo della sua potenza e prosperità.
L’abile Luigi XIV non tralasciò occasione per estendere il dominio francese anche sulla Spagna.
Alla morte di Carlo II, avvenuta nel 1700, essendosi estinto il ramo spagnolo della casa d’Asburgo, fu chiamato sul trono Filippo D’Angiò, della casa di Borbone nipote del re di Francia, che assunse il nome di Filippo V.
La sua ascesa, che non piacque alle altre potenze d’Europa, provocò la guerra di successione spagnola che durò 13 anni (1701 - 1714) e vide da una parte l’Austria, l’Inghilterra la Prussia, l’Olanda, il ducato di Hannover; dall’altra la Francia, la Spagna, il ducato di Baviera, il ducato di Mantova e Monferrato e, per un po’ di tempo, il Portogallo e i Savoia.
All’inizio del conflitto la Valle Bormida tu invasa dall’esercito gallo-ispano.
Lo stesso re, Filippo V, fu di passaggio a Cairo.
Egli, che sbarcò a Finale fu preceduto nel borgo da un comunicato del governatore di quel marchesato che annunciava l’imminente arrivo del sovrano .
Il Consiglio Comunale, con ordinato 11 maggio 1702, impartì le necessarie disposizioni: " ...ognuno dovrà nettere e polire la sua casa e provvedere della maggior quantità de letti che potrà... li bottegari fabbricar almeno stara quattro di pane per caduno bottegaro... il macellaro far provvigione tanto di vitelle quanto di carne grossa... li Sindaci per uno sbaro di mortaletti con il maggior numero che potranno...".
Il Re giunse a Cairo la sera del 22 giugno tra il tripudio della popolazione e, dopo aver trascorso la notte ospite degli Scarampi, ripartì all’indomani mattina alla volta di Milano.
Nell’ex palazzo marchionale si conserva tutt’ora il ritratto del sovrano dipinto dal un pittore locale.
Sul retro della predetta tela è scritto: "Philipus V Rex in palatio ill.mi d.d. Victorii Scarampi marchionis Carii die XXII junii 1702 commoratus".
Come poc’anzi si è detto, all’apertura delle ostilità Vittorio Amedeo II fu alleato della Francia e della Spagna, ma successivamente (1703) passò al campo Asburgico con la speranza di poter più validamente risolvere i suoi problemi di espansione territoriale.
La scelta fu indovinata, perchè la battaglia di Torino del 7-9-1706 e la vittoria .degli alleati sulla Francia, fruttarono al Duca il Monferrato (trattato di Utrech 1713) e la Sicilia (trattato di Rostadt 1714).
Quest’ultimo acquisto, per volere dell’Austria, nel 1720 fu permutato con la Sardegna.
Da questo momento i sovrani di Casa Savoia ebbero il titolo di "Re di Sardegna" e lo mantennero fino al 18611 quando assunsero il titolo di "Re d’Italia".
Carlo Emanuele III, succeduto al padre, continuò il programma politico intrapreso dai sovrani di Casa Savoia e prendendo parte alla guerra di successione polacca (1733 - 1738) con la pace di Vienna ottenne: Novara, Tortona ed i Feudi Imperiali delle Langhe.
L’esito dei surricordati avvenimenti incise non poco sul destino di Cairo, il cui territorio fu con il Monferrato Montanino ceduto a Casa Savoia per i tre quarti nel 1708 e poi per intero nel 1735 durante i preliminari di pace che portarono al trattato di Vienna, del 1738.
Il 30 agosto 1736 si riunirono in Cairo i feudatari e i procuratori di molti comuni limitrofi per giurare fedeltà a Carlo Emanuele III.
Il territorio cairese, diventò pertanto parte integrante del Regno di Sardegna nel momento in cui i Savoia, arbitri dei destini d’Italia, terminavano il processo di unificazione politica del Piemonte e iniziavano quello di unificazione d’Italia, che portò la penisola ad essere una e libera dalle Alpi alla Sicilia.
Seguì per Cairo un periodo senza guerre, ma denso di calamità naturali, durante il quale il Borgo fu angustiato da tremende carestie.
Nella seconda metà del secolo XVIII, fortunatamente, la vita in Cairo andò normalizzandosi, la popolazione godette finalmente di un periodo di meritata serenità ed il Comune pensò all’esecuzione delle opere pubbliche più urgenti.
Risale infatti all’anno 1762 la sistemazione del lastrico in tutte le strade del recinto, effettuata da due stradini di Dogliani.