Cairo nella storia della Liguria e della Nazione, di Piero Angelo Tognoli

Il risveglio economico

La notevole estensione del comune di Cairo e la varietà di rilievo favorirono, specie nel XIX secolo, un considerevole sviluppo agricolo della zona.
Nella pianura, che rappresenta quasi un terzo della totale superficie agraria, sorsero numerose aziende agricole discretamente attrezzate.
In collina fu rinnovata la coltura viticola e potenziata la produzione di uva da tavola e da vino di varietà pregiata, tanto che, un vino speciale di aleatico ricavato da uve coltivate nella località Vignaroli, fu premiato all’esposizione di Genova.
Verso la fine del predetto secolo, l’impulso della tecnica agraria meccanizzata trovò nel Comune cultori appassionati, per cui si ebbero esempi di ottime organizzazioni secondo i più moderni dettami.
Nei primi anni del secolo XX, si notò però nel Cairese quel cambiamento di indirizzo che ha dato luogo alle trasformazioni caratterizzanti i primi quarant’anni del secolo. Le trasformazioni del porto di Savona crearono il presupposto per gli insediamenti industriali della zona, unica area idonea a ricevere e ad assorbire i traffici del porto stesso.
Nel 1906 tu aperta in Cairo, da certo Lorenzo Barge, una bulloneria che occupò quasi 500 operai.
Fu questa la prima grande iniziativa industriale del Cairese.
Essa diede l’avvio agli insediamenti industriali che susseguirono.
Il far valicare lo sbarramento appenninico, ai treni carichi di carbone, sbarcato sulle banchine del porto di Savona e destinato alle manifatture dell’entroterra piemontese e lombardo, con il tempo si constatò che era troppo lento e costoso.
Erano nati da poco i primi trasportatori funiviari per smistare il minerale pescato con le benne, dalle stive fino ai carri ferroviari.
Si penso, allora, di prolungare questi trasportatori fino oltre giogo.
Negli anni 1911 e 1912 fu costruita, pertanto, la funivia collegante il porto di Savona con la frazione Bragno, ove fu realizzato un esteso parco per vagoni ed un deposito di carbone e di cotone.
Questa funivia, fra le prime d’Europa, ha un percorso di Km. 19.
Nel 1937 è stata raddoppiata la linea che permette così di sbarcare e trasportare circa 1.800.000 tonnellate annue di carbone.
Durante la prima guerra mondiale e precisamente nel 1915, nella frazione Ferrania in località Pian Cereseto, fu aperto uno stabilimento per la produzione degli esplosivi.
In tale stabilimento prestavano servizio in gran parte i richiamati della zona, i quali per la loro avanzata età, non venivano utilizzati in linea.
Un altro stabilimento del genere fu costruito in località Prasottano, ma tale impianto non entrò mai m funzione, essendo sopraggiunta la fine delle ostilità.
Nell’immediato dopoguerra fu progettato e costruito, sempre in Frazione Ferrania uno stabilimento per la costruzione di carta sensibile.
Tale complesso, che all’inizio occupava circa 100 operai, iniziò le prove di lavorazione nel 1921.
I primi prodotti; dello stabilimento furono le pellicole cinematografiche positive.
A questo prodotto, che costituì il grosso della produzione dello stabilimento, si aggiunsero via via gli altri materiali sensibili usati in fotografia che si enumerano in ordine di importanza:
— pellicola per radiografia nel 1927;
— pellicola fotografica per dilettanti (rulletti) dal 1928;
— pellicola cinematografica negativa dal 1329;
— pellicola per riproduzioni fotomeccaniche di vari tipi dal 1929:
— pellicola cinematografica per controtipi nel 1930;
— pellicola negativa su supporto rigido dal 1930;
— carta fotografica di tutti i generi dal 1931;
— pellicola pancromatica dal 1936.
Successivamente furono realizzati impianti per la produzione di svariati altri materiali che vanno dai nastri magnetici ai nastri adesivi di cui si tralascia la enumerazione.
Il rapido sviluppo della produzione rese necessaria la costruzione di nuovi fabbricati ad uso di magazzini, officine, reparti di verifica e confezionamento dei prodotti.
Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, nel Cairese non mancarono iniziative minori; a Ferrania nel 1925, sorse e si sviluppò una fabbrica per l’estrazione del tannino dal legname.
La materia prima veniva fornita con abbondanza dai fitti boschi circonvicini.
Nel 1930 iniziò la sua attività lo scatolificio Cremonesi (ora SALI).
Il suo sviluppo fu rapido e costante in quanto fu collegato con lo stabilimento FILM per il quale lavorava e lavora tutt’ora esclusivamente (1).
L’attività industriale del Cairese ebbe il massimo impulso con l’istallazione degli, stabilimenti Cokitalia e Montecatini.
Queste due società impiantarono nelle frazioni Bragno e S. Giuseppe due importantissimi complessi che funzionano in collegamento
I lavori furono iniziati nel 1935 con la realizzazione della Cokeria, destinata alla distillazione del carbon fossile ed alla lavorazione dei relativi sottoprodotti .
Lo stabilimento entrò in funzione nel settembre 1936.
Contemporaneamente fu costruito, in adiacenza allo stabilimento Cokitalia, il grande complesso della Montecatini, importantissimo per la produzione di azotati e generi affini
Gli impianti di tale stabilimento utilizzano, come materia prima, il gas di distillazione dei fossile per ricavare principalmente l’idrogeno, impiegato nella fissazione dell’ azoto dell’ aria nelle diverse forme di ammoniaca e prodotti derivati nitrici e ammoniacali.
L’impianto, previsto in un primo tempo per una produzione di 14.000 tn. di azoto annuo, è stato successivamente ampliato.
Fu altresì realizzato in seno allo stabilimento un impianto per la produzione di oleum collegato ad un impianto di concentrazione di acido nitrico ed alla produzione di solfato ammonico e, conseguentemente, di fertilizzanti chimici.
Il funzionamento industriale della Montecatini iniziò nel mese di novembre 1936 e gli impianti furono portati in piena attività nel 1938 dopo la costruzione di una centrale termica interna e della centrale idroelettrica (FALCK) con le relative stazioni di trasformazione che sorsero poco distante .
Attorno a questi grandi complessi fiorirono industrie minori a carattere artigianale, in special modo quelle connesse alle lavorazioni chimiche.
Assai attiva e caratteristica fu la lavorazione della pietra arenaria, in modo particolare nella Frazione Rocchetta.
L’arenaria è una roccia di sabbia quarzosa cementata.
Quella di Rocchetta è la migliore di tutta la zona ed è apprezzata per la sua compattezza e finezza.
Per estrarre l’arenaria dalle nostre cave, si procedeva a gradoni usando il metodo della formella o tagliata.
Gli scalpellini facevano sulla roccia un solco rettilineo, largo un paio di centimetri, con apposite punte di acciaio; indi ponevano una serie di puntoni di ferro sulla parte inferiore del blocco e con grossi martelli battevano finché si formava una fenditura ed il blocco si staccava,.
I blocchi quando dovevano essere usati per basamenti piedistalli od altri usi simili, sovente venivano staccati nelle dimensioni volute, e spediti allo stato grezzo e poi lavorati sul posto.
L’arenaria estratta dalle cave di Rocchetta, dagli scalpellini F.lli Carle (di Rocchetta) e F.lli Zei (di Cairo M.) è stata impiegata per lavori, in via Paleocapa a Savona, nel Cimitero di Zinola, nella Chiesa di Cortemilia, sulla strada statale ed in ville a Frabosa Soprana, Merana e Savona.
A Rocchetta si possono ammirare il portale ed il sagrato della Chiesa Parrocchiale, opera degli scalpellini Carle Andrea e Celeste,
Si svilupparono ,pure le attività edilizie, estrattive e meccaniche e molte imprese passarono in breve tempo dalle lavorazioni artigianali a quelle di tipo industriale.
Cairo Montenotte, in pochi anni, si trasformò da luogo di villeggiatura in un cantiere sonante.
Da ogni parte, dalle vallate vicine alle lontane regioni, accorsero terrazzieri e tecnici, molti dei quali raggiungevano il posto di lavoro a piedi pei sentieri di campagna o in bicicletta dopo aver dato di zappa nell’orto o nel campicello.
In breve tempo fu installato un formidabile complesso industriale tale da meravigliare anche gli operatori più agguerriti, molti dei quali in più occasioni ebbero ad esprimere la loro ammirazione.
Gli impianti di Cairo, rispetto a questi similari di altre nazioni, furono di gran lunga più funzionali in quanto, mentre quelli esteri risentivano del fatto di essere stati di volta in volta trasformati ed ampliati, quelli di Cairo Montenotte raggiunsero la perfezione per mezzo dell’assoluto condizionamento degli impianti creati simultaneamente e con razionale organicità.