Riserva naturalistica dell'Adelasia
Sesta parte – Luisa Casu, Lucia Coscia, Paolo Cresta e Sebastiano Salvidio
A piedi tra i faggi fin sulla Rocca
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Le vie d'accesso
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Due sentieri di interesse didattico e scientifico
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Sentiero n. 1: la faggeta di Costellasso e la Rocca dell'Adelasia
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Sentiero n. 2: da Casa Caramellina alla Rocca dell'Adelasia
Le vie d'accesso
La Riserva 3M si trova a nord dell'abitato di Ferrania. Provenendo da Genova
o da Savona si può raggiungerla in auto con l'Autostrada A6 Savona-Torino
uscendo dal casello di Altare. Da qui ci si innesta sulla Statale 29 in
direzione di Carcare e, dopo circa due chilometri, si svolta a destra seguendo
l'indicazione per Ferrania. Si attraversa quindi il piccolo abitato passando
davanti allo Stabilimento 3M e si arriva alla stazione ferroviaria. Dal
Piemonte si può arrivare a Ferrania con la Statale 30 Alessandria
Acqui che si innesta sulla Statale 29 a San Giuseppe di Cairo.
Ferrania può essere comodamente raggiunta anche per ferrovia:
si trova infatti sulla linea Savona-Santuario-San Giuseppe ed è
servita con frequenza da treni locali. Arrivati alla stazione, ci si dirige
verso Bragno e, dopo poche centinaia di metri, all'altezza di un'ampia
curva, si prosegue su una stradina a destra che corre lungo il torrente
Ferranietta. La carrabile, all'inizio asfaltata e poi in terra battuta,
conduce in tre chilometri a Casa Caramellina, da dove alcuni sentieri salgono
alla Rocca dell'Adelasia.
Gli escursionisti più allenati possono raggiungere la Riserva
dalla stazione ferroviaria di Ferrania dirigendosi verso Montenotte Superiore
e seguendo la strada provinciale proveniente da Altare. In poco meno di
otto chilometri si arriva a un tornante da cui partono in direzione ovest
alcuni tra i più bei sentieri di visita della Riserva. Gran parte
del cammino si svolge lungo un tratto dell'Alta Via dei Monti Liguri, all'interno
della tappa "Colle del Giovo-Colle di Cadibona". L'Alta Via è una
spettacolare direttrice escursionistica che consente di percorrere a piedi
tutto lo spartiacque tirrenico-padano della Liguria, da Ventimiglia attraverso
le Alpi e gli Appennini fino in Lunigiana. Chi si trova a transitare lungo
l'Alta Via in questo tratto può vantaggiosamente evitare alcuni
chilometri di rotabile asfaltata utilizzando i sentieri che attraversano
da est a ovest la Riserva, nel silenzio assoluto delle bellissime faggete
abitate dal capriolo, dal cinghiale e dagli uccelli della foresta.
Due sentieri di interesse didattico e scientifico
Presentiamo due itinerari escursionistici di grande valore naturalistico
e didattico, concepiti con andamento circolare per dare il quadro più
completo possibile della Riserva 3M. Sono piuttosto lunghi, ma agevoli
e percorribili senza difficoltà poiché si snodano su piste
forestali. È utile comunque avere un abbigliamento adeguato: scarponcini,
calzoni robusti e, per prudenza, un giaccone impermeabile. La Riserva è
ricca di sorgenti, ma è buona precauzione portare la borraccia nello
zainetto. Raccomandiamo vivamente di non dimenticare il binocolo e la macchina
fotografica: oltre ai fiori e agli animali, si incontrano bellissimi punti
panoramici.
Due parole sul comportamento da tenere durante la visita. Chi pratica
l'escursionismo dovrebbe sempre ricordarsi che è ospite in un ambiente
che non gli appartiene: è indispensabile pertanto che rispetti il
più possibile le zone che attraversa. Vanno evitati i rumori forti
per non disturbare gli animali selvatici e soprattutto non bisogna toccare
nidi e tane. I fiori sono un bene di tutti e non devono perciò essere
asportati. Il terriccio e la lettiera sono indispensabili alla vita del
bosco e non vanno rimossi. È buona norma non accendere mai fuochi
e non lasciar cadere mozziconi di sigaretta accesi. Infine, ovviamente,
non si deve abbandonare alcun tipo di rifiuto: le cartacee, le lattine
e tutti gli avanzi devono essere riportati a casa.
Norme regionali e comunali, e il Regolamento della Riserva pubblicato
a parte, disciplinano la raccolta dei prodotti naturali, come fiori, frutti
del bosco, funghi, e vietano l'accensione dei fuochi, il transito con mezzi
motorizzati fuori dalle strade carrozzabili ecc. Chi si accinge a visitare
la Riserva non dovrebbe neppure aver bisogno di temere queste disposizioni:
il buonsenso, il rispetto per la natura e il paesaggio, la possibilità
di osservare piante e animali nel loro ambiente naturale senza disturbarli
o danneggiarli saranno i migliori consiglieri per come comportarsi.
Sentiero n. 1: la faggeta di Costellasso e la Rocca dell'Adelasia
Questo itinerario è il più interessante e piacevole della
Riserva: nonostante che sia piuttosto lungo (circa 6 chilometri, a sviluppo
circolare), non è faticoso, sia perché il punto di partenza,
raggiungibile anche con l'auto, è già in quota, sia perché
la pista da seguire è quasi ovunque comoda e agevole.
Il percorso prende avvio presso un tornante della provinciale per Montenotte
Superiore, poco prima della località Traversine, e permette di giungere
alla Rocca dell'Adelasia attraversando la faggeta di Costellasso e discendendo
l'alta valle del Rio Barche. L'escursione è effettuabile in tre
ore e ci fa conoscere diversi ambienti: la faggeta, il corso di un rio,
il bosco mesofilo di querce, il castagneto e la Rocca panoramica dell'Adelasia.
Dal punto di partenza (693 metri sul livello del mare) si prende la
pista di destra che percorre i versanti sud-occidentali del Bric del Tesoro.
Si attraversa così un "giovane" ceduo di faggio con acero campestre,
nel cui sottobosco vive la felce aquilina; qua e là roverelle, noccioli,
castagni frammisti ad alcune infestanti, quali rovi e vitalbe. Dopo il
secondo tornante si piega a sinistra, verso Casa Miera: qui si possono
ammirare i primi maestosi esemplari di faggio, dalla circonferenza superiore
ai due metri. Il substrato geologico in questo tratto è formato
da metagabbri, cioè da rocce metamorfiche di colore verde scuro.
Pochi metri prima della cascina, abbandonata da anni, vi è uno splendido
punto panoramico: l'arco delle Alpi Liguri e Marittime, soprattutto nelle
limpide giornate invernali, si lascia ammirare all'orizzonte. Si prosegue
sul sentiero sempre in direzione ovest, attraversando un ceduo di castagni.
A circa 800 metri di quota inizia la faggeta di Costellasso: gli alberi,
non più tagliati da molti decenni, hanno un portamento davvero imponente
e i tronchi presentano circonferenze anche di tre metri. La faggeta può
essere definita un ceduo "invecchiato", al cui interno si trovano piante
sviluppatesi dai ceppi o nate da seme; benché ancora lontana dalla
situazione ottimale, ha notevoli pregi paesaggistici, forestali e floristici.
Il sottobosco è particolarmente ricco di specie interessanti, come
la felce Blechnum spicant, le primule, le genziane. Nei mesi di febbraio
e marzo il campanellino, dai caratteristici fiori bianchi, dà luogo
a estese fioriture insieme alla scilla a due foglie e alle violette.
La strada forestale percorre il crinale tra il Bric del Tesoro e il
Curlino. Giunti sui versanti orientali di quest'ultimo a quota 796 metri,
si svalica in direzione sud-sudovest, discendendo la stretta valle del
Rio Barche. Il primo tratto di discesa segue una pista poco battuta, ma
dopo 50 metri ci si immette su un sentiero ben evidente sulla sinistra
del rio e si prosegue fino a una brusca svolta verso destra che porta a
oltrepassare il corso d'acqua. In questo punto affiorano alcune dolomie,
rocce sedimentarie compatte di colore grigio chiaro. Sulla destra del Barche
il bosco è formato da faggi, castagni e aceri campestri.
Dopo aver attraversato un piccolo fosso, si continua fino a una zona
pianeggiante e si imbocca sulla destra un sentiero più ripido e
stretto. Scendendo ancora, si arriva a un punto (quota 670 metri) che dà
un bel colpo d'occhio sulla Rocca dell'Adelasia. Su questo versante, esposto
a sud, si trovano esemplari di cerro e di rovere misti ai castagni. Al
termine di una ripida discesa il sentiero si immette ad angolo retto sull'ampia
pista che collega il Bric dell'Amore con la Rocca. Proseguendo in direzione
est, si incontra un esemplare di Quercus crenata dalla circonferenza di
circa un metro e mezzo. È facilmente riconoscibile in autunno-inverno
per il suo fogliame semipersistente (le chiome si rinnovano solo a primavera
inoltrata).
Si attraversa nuovamente il Rio Barche e, dopo un centinaio di metri,
oltrepassata una macchia di rovi, si svolta decisamente a sinistra per
risalire le pendici sottostanti la Rocca dell'Adelasia. Si sale in direzione
nord-est entro un canalone che porta alla Rocca, attraverso un bel bosco
di querce. A quota 620 metri circa, a un altro bivio, si segue il sentiero
di sinistra e si sale fino alla Rocca, che offre il punto panoramico più
suggestivo e uno dei biotopi più significativi dell'intera zona
e di tutto l'Appennino savonese.
Dalla Rocca la via del ritorno, nuovamente ampia e agevole, segue verso
oriente una strada forestale. Si incontrano quasi subito diversi esemplari
di quercia rossa canadese, importata dal Nord-America. La vegetazione predominante
in questo tratto è ancora il castagneto, unito a un ceduo invecchiato
di faggio con molti grandi esemplari dalla circonferenza di oltre tre metri.
Il sentiero diviene quindi pianeggiante e in breve ci riconduce al punto
di partenza, sulla strada per Montenotte Superiore.
Sentiero n. 2: da Casa Caramellina alla Rocca dell'Adelasia
Questo sentiero, che parte dal fondovalle (Rio Ferranietta), permette di
risalire in quota fin sotto le pendici della Rocca dell'Adelasia e del
Bric dell'Amore. Lo sviluppo ad anello consente di raggiungere il punto
di partenza dopo aver percorso circa cinque chilometri. Tempo necessario:
approssimativamente tre ore di cammino. I principali ambienti interessati
sono quelli tipici dei corsi d'acqua, dei vecchi coltivi e delle radure,
del castagneto e della pineta.
La partenza è situata a 400 metri di altezza, al bivio per Casa
Caramellina, una delle poche fattorie abitate di tutta la zona. In questo
punto la valle è aperta e piacevole, trattandosi di una zona alluvionale
pianeggiante. Il sentiero costeggia i prati a sfalcio e conduce al greto
del Rio Cianetto. Qui si incontra un ambiente naturale davvero suggestivo:
il corso del torrente si allarga e si fa un poco più profondo, formando
qualche pozza. Ben visibile è il substrato geologico formato da
roccia conglomeratica appartenente alla Formazione di Molare (Oligocene).
La vegetazione, tipica di ambienti freschi e umidi, è costituita
in prevalenza da ontani, carpini bianchi, pioppi. Nel sottobosco, in primavera,
si possono osservare le fioriture del campanellino e dell'elleboro verde.
Si passa poi in un prato ai cui margini si trovano saliconi (Salix caprea),
noccioli, cerri e betulle, quest'ultime riconoscibili per la corteccia
bianca.
Giunto alle pendici di un colle, il sentiero abbandona il Rio Cianetto
e imbocca la valle dello Psigni, suo affluente di sinistra. I boschi circostanti
sono cedui di castagno e faggio, sotto i quali crescono la felce aquilina,
l'agrifoglio e, nei punti meglio esposti, il pungitopo. Dall'alto si possono
osservare i meandri scavati dal Rio Psigni e alcuni grossi massi erratici.
Sulla sinistra si ha una bella vista delle pendici del Bric dell'Amore,
su cui sono visibili lembi di pineta a pino silvestre (Pinus sylvestris),
frammisti a roverella e castagno.
Dopo aver attraversato un ponte di legno, si abbandona il corso del
rio per risalire verso Casa Psigni. Nella zona boscosa, sotto grandi esemplari
di castagno, possiamo osservare il ginepro comune (Juniperus communis),
Euphorbia characias e la felce maschio. Sulla sinistra si incontrano, a
ridosso di un faggio, esemplari di Quercus crenata. Il sentiero, che per
un certo tratto è affiancato da un acquedotto parzialmente interrato,
sale poi verso la casa abbandonata, dove un'ampia tettoia può offrire
riparo. Oltrepassato un piccolo rudere, si inizia la salita verso il Bric
Russino (603 metri) in un bosco di castagni e di faggi sotto i quali cresce
il mirtillo nero. A destra si scorgono prati dov'è possibile osservare
numerose tracce di cinghiale, capriolo e daino. Dal sentiero è anche
possibile, ma solo quando gli alberi abbiano già perduto le foglie,
ammirare la Rocca dell'Adelasia.
Arrivati al Bric Ruscinò, si prosegue in direzione nord verso
la Rocca. Lungo il cammino si incontrano molti castagni di dimensioni eccezionali,
quasi tutti morti e parzialmente bruciati dagli incendi che avvennero intorno
agli anni Settanta. A quota 620 metri incontriamo il Sentiero n. 1, che
scende dal Rio Barche. Con una deviazione verso destra in poche centinaia
di metri si può salire alla Rocca, punto centrale della Riserva
3M. Da quassù è particolarmente suggestivo il panorama su
gran parte del bacino del Rio Ferranietta e sulle Alpi Liguri e Marittime.
Ritornati sul sentiero, si attraversa il Rio Barche e dopo pochi metri
si prende sulla sinistra un piccolo e ripido sentiero che scende lungo
il corso d'acqua. L'ambiente è gradevole per la presenza di pozze
limpide, di grandi massi erratici e di monumentali esemplari di faggio
e castagno. Il substrato geologico è formato da metagabbri. Attraversato
un piccolo affluente del Barche, nelle cui acque si riproduce la salamandra
gialla e nera, la discesa diventa meno ripida e, giunti in prossimità
di Casa Cianetto, si attraversano vecchi coltivi abbandonati dai quali
si gode una bella vista d'insieme della Rocca dell'Adelasia e del Costellasso,
a nord-est, e del Bric dell'Amore, a nord.
La pista prosegue senza dislivelli di rilievo e, dopo aver attraversato
un ruscelletto, diventa una dolce discesa. Si attraversa ora una pineta
rada (pino silvestre), la stessa osservata all'inizio del percorso. In
terra sono ben visibili le pigne rosicchiate dagli scoiattoli (Sciurus
valgaris). Il sentiero porta infine sulla mulattiera che conduce alla Casa
Caramellina, da cui siamo partiti.
NORME DI COMPORTAMENTO
A integrazione delle leggi nazionali e regionali per la protezione della
natura, su tutto il territorio
della Riserva privata dell'Adelasia
È VIETATO
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Abbandonare rifiuti, effettuare discariche di qualsiasi materiale e modificare
la composizione delle acque
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Accedere con mezzi motorizzati a eccezione di quelli adibiti alle operazioni
di servizio e di emergenza
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Esercitare il pascolo e l'attività agricola
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Accendere fuochi
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Tagliare alberi, spezzare rami e incidere tronchi
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Raccogliere strame e asportare rami secchi
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Raccogliere e danneggiare fiori, piante e frutti del bosco protetti
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Disturbare, catturare e uccidere fauna protetta, danneggiare e distruggere
nidi e tane, appropriarsi di animali morti
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Asportare rocce, minerali, reperti storici e archeologici, nonché
accedere alle cavità naturali se non previa autorizzazione della
Proprietà e asportarne materiale e concrezioni
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Allestire attendamenti e campeggi, e produrre schiamazzi e rumori non consoni
alla quiete della natura
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La Riserva è un bene di tutti che va rispettato e conservato anche
per chi verrà dopo di noi.
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Se nella tua visita hai riscontrato vandalismi, inconvenienti e danni,
segnala subito il fatto alla Direzione, presso lo Stabilimento 3M di Ferrania