Luis - Risorgimento nelle Langhe, aristocrazia e comunismo

Giacomo Leopardi ("Giaco-Leo", Pietro Giacchello)

Il 29 giugno 1804 viene dichiarata a Cosseria la nascita, nella "notte che precede il giorno trentesimo", di Pietro Giacchello, figlio di Giovanni Benedetto Giacchello e Maria Geronima Giacosa, il cui cognome lo trascrivo come Giacchello sebbene spesso venisse scritto Giachello.

La data di nascita di Pietro e il suo cognome Giacchello sono alla base di una doppia identita' costituita da Pietro Giachello e dal famoso "Giaco-Leo" (Giacomo Leopardi) nato anche lui il 29 giugno, per la precisione il 29 giugno del 1798, sei anni prima della nascita di Pietro.

Giacomo Leopardi era effettivamente chiamato anche Pietro, essendo il suo nome completo "conte Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro Leopardi", e suo padre Monaldo aveva sposato nel 1797 la marchesa Adelaide Antici contro il parere della propria famiglia. Inoltre, Giacomo nacque nel 1798 quando i rivoluzionari francesi erano in continua lotta anche nella stessa Recanati governata in quegli anni da Monaldo che certo aveva buoni motivi nell’avere timori riguardo alla sorte del suo primogenito.

Potrebbe essere ancora di piu' quello che c'e' da scoprire, come per esempio una costante duplice identita' che la famiglia Leopardi portava avanti da generazioni... se ci limitiamo al giovanissimo Giacomo e' possibile che nella sua piu' tenera eta' sia stato inserito tra i figli di Giovanni Benedetto Giacchello e Maria Geronima Giacosa, come spesso accadeva per i figli di famiglie importanti che venivano allevati in altre famiglie al riparo da eventuali complicazioni.

Quello che avvalora il fatto che Pietro Giacchello fosse Giacomo Leopardi è quanto mi è stato raccontato fin dalla mia più giovane eta'. Mia nonna materna Angelina Mippa era la bisnipote di Erminia Leopardi e ancora oggi abbiamo un ritratto antico che si diceva fosse appunto quello del famoso poeta che si presumeva fosse parente stretto di tale Erminia. Avendo scoperto che questo ramo della mia famiglia, proveniente da Verona, e' sostanzialmente una diramazione di intrecci genealogici che si uniscono radicalmente al ramo valbormidese della mia famiglia, non e' per me una sorpresa scoprire Giacomo Leopardi nei panni del mio trisnonno valbormidese Pietro Giacchello.

Giacomo Leopardi viene dichiarato morto a Napoli il 14 giugno 1837 in un periodo che il colera faceva numerose vittime nella metropoli campana. La sua presunta morte e' un festival di contraddizioni e di racconti completamente diversi. Il suo amico Antonio Ranieri racconta che ultimo a visitarlo fu il dottore Niccolo' Mannella, mentre il certificato di morte riporta Stefano Mollica come colui che lo visito' prima che lui morisse, lo stesso Stefano Mollica noto patriota amico di Ranieri che fu mandato in prigione e poi esiliato per le sue attivita' rivoluzionarie. Altrettanto fantasiose sono tutte le ricostruzioni di come la sua salma fu salvata dalla fossa comune e interrata a San Vitale a Fuorigrotta grazie anche all'intervento del generale Del Carretto.

L’origine valbormidese di questa famiglia Del Carretto, e avendo tale generale partecipato ai moti del 1821, possono forse darci un'idea del perche' molti sono concordi nel constatare che la salma di Leopardi non e' mai stata laddove si dice sia sepolta. Effettivamente non e' in tale luogo che si possono trovare i resti del poeta, e nemmeno nelle fosse comuni dove vennero interrati i morti di quel periodo, ma appunto fu radicale il suo ritorno in valle Bormida continuando a vivere come Pietro Giacchello, sua identita' segreta.

Il suo definitivo stabilirsi in valle Bormida non avviene pero' a Cosseria. E' infatti nel 1837, nello stesso momento che Giacomo viene dichiarato morto a Napoli, che Pietro Giacchello e sua moglie Margherita Bagnasco si trasferiscono a Santa Giulia in una casa della borgata Boschi, lontano da occhi indiscreti.

Pietro, rimasto vedovo nel 1843, si sposera' nuovamente nello stesso 1843, tre mesi dopo la morte di Margherita Bagnasco, e poi ancora si sposera' una terza volta nel 1864. Personaggio fondamentale di questa segreta doppia vita di Giacomo Leopardi e' suo suocero Francesco Astesiano la cui vera identita' era quella di Franz Anton Leopold Lafontaine.

L'esame grafologico della sua scrittura evidenzia ulteriormente la concretezza che Pietro Giacchello e Giacomo Leopardi fossero la stessa persona:

la scrittura giovanile di Giacomo Leopardi a confronto con la firma dell'anziano Pietro Giachello/Giacchello