Abramo in valle Bormida
Il "fegato" babilonese
Che non si tratti di un semplice "fegato" di pecora pare evidente... i nomi presenti sull'oggetto sono termini come "le porte della citta'", "la sconfitta dell'esercito nemico", "il palazzo". Se comunque ci trovate una qualche parentela con i nomi anatomici delle parti del fegato teniamo presente che gli antichi dottori greci, fondatori della moderna epatologia, si basarono proprio su questo modello di creta per assegnare questi nomi al vero fegato (credendo che questa mappa geografica fosse appunto un fegato). In anatomia, si usano dunque, a tutt'oggi, nomi geografici dell'antica Europa per indicare alcune parti di questo nostro organo.
E' altrettanto evidente che il fegato babilonese, il fegato ittita e il fegato etrusco sono uguali sia nella forma che nei contenuti, come prontamente possiamo constatare osservando i due oggetti uno accanto all'altro:
Nel fegato babilonese le parti a "destra" (quelle settentrionali nella mappa e nella figura) sono dette "regioni amiche" (pars familiaris), quelle sinistre-meridionali-bassofigura (al di sotto della catena alpina) sono "regioni nemiche" (pars hostilis), il che ci fa capire chi siano gli alleati geografici dei Babilonesi (possessori della mappa) in questa epoca antica.
Rispetto alla mappa etrusca, quella babilonese e' molto piu' curata nei dettagli. In particolare si distingue bene che la morena di Ivrea (la parte finale a sinistra, che si rimpicciolisce, della catena alpina) scende verso il sud (mentre il fegato etrusco non riporta questa inclinazione).
Allo stesso modo, il fegato babilonese scende nei particolari e mostra maggiormente l'inclinazione della penisola italiana, a differenza di quello etrusco che tondeggia il tutto senza che se ne colga l'inclinazione.
Con i nomi "amutu", "usuratu kayyanatu" e "siru" vengono indicate le parti generali dell'oggetto. Abbiamo poi una serie di regioni che hanno, in ordine alfabetico, questi nomi in lingua akkadica (tra parentesi i logogrammi sumeri):
- Abullu, "City gate", la porta della citta'
- Bab ekalli (ka e.gal, me.ni), "Palace gate", la porta del palazzo
- La trasformazione fonetica degli alfabeti etruschi di venti caratteri sembra avvenire nel periodo babilonese intermedio, considerato che le lettere K-G-L della sequenza fenicia/ebraica corrispondono alle lettere M-E-N della fonetica etrusca ufficiale, cosi' come i segni cuneiformi KA.E.GAL (le consonanti K-G-L) vengono sostituiti dai segni cuneiformi ME.NI (le lettere M-E-N):
- "bab ekalli" sono i segni cuneiformi KA.E.GAL nel periodo babilonese antico
- "bab ekalli" sono i segni cuneiformi KA.E.GAL e ME.NI nel periodo babilonese intermedio
- "bab ekalli" sono i segni cuneiformi ME.NI nel periodo babilonese recente (periodo neoassiro)
- Nel reperto indicato in "YOS 10 23:11" le porte del palazzo sono due ("they lie side by side and are equal in size")
- Dananu (kal, kalag), "Strength", "la forza", nella stessa posizione della regione del fegato etrusco chiamata HERC del famoso Ercole (notoriamente forzuto)
- Ekallu, "Palace", il palazzo
- Harranu, "campaign"
- Kibsu, "course"
- Kisirtu, "Ridge", la "cresta", nella mappa c'e' la "cresta sinistra" vicina al conoide piu' grande (il Cervino) e "cresta destra" che si pensa sia tra il conoide minore e la parte sottile del giogo (tra il Monviso e le Alpi marittime)
- Manzazu (na), "Presence" oppure "Station", la regione chiamata Naplasum nei commentari piu' vecchi diventa successivamente Manzazu
- Martu (ze), "The gall-bladder", il conoide sdraiato (la catena alpina dalla serra d'Ivrea, la cosiddetta "parte sottile", alle Alpi venete)
- in alcuni testi viene indicato con il logogramma "sipa" ("Sheperd")
- come per altre regioni e' costituita dalle tre parti "resu" (alta), qablu (media) e isdu (bassa) ma nel suo caso ci sono anche le due parti "qutnu" (sottile) e "masrahu"
- la parte sottile indica la sua estremita' occidentale (la serra d'Ivrea)
- la parte chiamata "masrahu" si pensa che sia la parte bassa del conoide sebbene sia propenso a pensare che non possa essere tutta la parte bassa ma solo la parte cotituita dalle colline tra la serra d'Ivrea e il lago Maggiore
- Masrahu (sur), indicante una parte della catena montuosa Martu e una parte della regione Nasraptu, foneticamente uguale al biblico MzR che al plurale MzRYM ("luoghi fortificati") indica l'Egitto biblico
- Mihis pan umman nakrim (sig.is igi erin-kur), "Defeat of the enemy's army", il luogo (localizzato nella regione "Padan sumel martim") dove e' avvenuta la sconfitta dell'esercito nemico
- Naplastu (na, igi.bar, ki.gub, raramente igi.tab) detto anche Naplasu, "View"
, diventa Manzazu, "Station/Presence" (stazione/presenza), nei commentari piu' recenti
- presente in entrambi i due modelli piu' famosi le cui foto sono visibili in questa pagina
- in alcuni testi del periodo piu' antico le "stazioni/presenze" sono due (una nella posizione solita, un'altra in altra zona della mappa)
- nel reperto "YOS 10 11 i 23" la mappa ha quattro "stazioni/presenze"
- Nar amuti, "River of the liver", il fiume del "fegato"
- Nasraptu (nig.tab), "Dyeing vat" oppure "Crucible"
- purtroppo per parecchio tempo, e non so neanche come sia successo, ero convinto che "diyeing vat" significasse "tino che giace" per cui molte ipotesi nei tempi passati si sono basate su questo errore pensando a una regione che fosse appunto come un "tino sdraiato", per esempio il mare Adriatico oppure la catena appenninica entrambi immaginabili come un enorme "tino che giace"... c'e' da dire che a volte tale Nasraptu viene associato al verbo naparqudu ("to lie flat") che significa "giacere piatto" e che potrebbe spiegare il mio travisamento che in tal caso avrebbe pero' un fondo di verita'...
- altro verbo associato al Nasraptu e' kapasu ("to be curled"), "essere arricciato"
- la traduzione ufficiale del suo nome "Dyeing vat" e' "tino che colora" oppure, riferendoci al termine alternativo "Crucible" (forse anche piu' usato nei testi scientifici) abbiamo "crogiolo", o anche "crogiuolo", che indubbiamente puo' farci ipotizzare che stiamo parlando di un enorme crogiolo come il vulcano Vesuvio che in qualche modo deve pur apparire nell'antica mappa del territorio italiano... alcune indicazioni pero' ci portano lontano dal Vesuvio come per esempio la citazione del Nasraptu nei pressi della regione Dananu che trovandosi al di sotto del conoide sdraiato, al di sotto quindi della catena alpina, ci riporta all'ipotesi che il Nasraptu possa essere qualcosa di molto piu' grosso come per esempio il mare Adriatico
- The Strenght (Dananu) is perforated towards the hollow of the Crucible (Nasraptu)
- The Strenght (Dananu) turns toward a weapon-mark and follows the Crucible (Nasraptu)
- The Strenght (Dananu) is long and follow the Crucible (Nasraptu)
- nell'ordine canonico delle ispezioni si trova tra Padan (percorso/strada) e Bab ekalli (porta del palazzo)
- una sua parte e' chiamata Masrahu
- Neptu, "Opening", presente nei testi del periodo intermedio e relativo alla regione Padanu (che non e' propriamente una regione essendo un "path", una strada)
- Nidi kussi (sub as.te, sub gis.gu.za), "Throne base", la "base del trono" al di sotto del conoide piu' grande (Cervino)
- dovendo essere tra la regione Martu (la catena alpina settentrionale a partire dalla serra d'Ivrea) e il conoide piu' grande (il monte Cervino) sembra sicuro che la "base del trono" sia in valle d'Aosta
- si pensa che debba essere lo stesso luogo chiamato anche "isdi kussi sa ubani" ("Throne base of the finger") che possiamo tradurre con "la base del trono del monte Cervino"
- Niru (sudun, al.te), "Yoke", la zona montagnosa suddivisa in giogo superiore tra il conoide piu' grande e quello piu' piccolo (tra Cervino e Monviso), giogo mediano tra il conoide piu' piccolo e la regione Kisirtu (tra il Monviso e la "cresta"), giogo sottile (le Alpi marittime), con l'idea che il suo nome "giogo" derivi dal trovarsi intorno al conoide Monviso come se il Monviso fosse la testa e intorno a tale testa si trovi appunto il giogo
- Padan imitti marti (gir 15 ze), "Path to the right of the gall-bladder", il percorso alla destra del conoide sdraiato (catena alpina) tra la regione Sulmu (zona prealpina) e il conoide piu' grande (Cervino)
- Padan sumel marti (gir 150 ze), "Path to the left of the gall-bladder", il percorso alla sinistra del conoide sdraiato (catena alpina)
- Pusqu (pap.hal), "Narrowing"
- Pu tabu (ka dug.ga), "Pleasing word"
- non presente nei testi piu' antichi
- nei testi intermedi si trova dopo il "path" (Padan) al posto del "Dyeing vat" (Nasraptu)
- nell'ispezione canonica si trova dopo il "Dyeing vat" (Nasraptu)
- Puzru, "Secret"
- Qutnu, "Neck", la parte finale assottigliata del conoide sdraiato
- Rupsu, "Width"
- Ruqqu (sal.la), "Narrow place"
- piu' che una regione precisa e' una caratteristica presente in alcune parti di alcune regioni, come per esempio "Ruqqi nasrapti" ("Narrow place of the crucible") che e' il luogo stretto della regione Nasraptu, oppure "Ruqqi pitir sari" ("Narrow place of the wind cleft") che e' il luogo stretto della regione "fessura ventosa"
- Ser biritim, "Intermediate plain"
- Ser ubanim qablu, "Middle plain of the finger"
- Sibtu (mas), "Increase", il conoide piu' basso (Monviso)
- Sippi imittim, "Right doorjamb", lo stipite destro della porta presente nelle regioni Abullu ("City gate") e Bab ekalli ("Palace gate")
- Sippi sumelim, "Left doorjamb", lo stipite sinistro della porta presente nelle regioni Abullu ("City gate") e Bab ekalli ("Palace gate")
- Subtu (dag, ki.tus), "Seat"
- Sulmu (silim), "Well-being"
- Tarbasu, "Cattle pen", in quanto "recinto del bestiame" non e' una regione precisa e compare in diverse posti (ce n'e uno vicino al Bab ekalli, uno davanti alla parte destra della regione Sulmu, uno nella parte sottile della regione Niru, un altro nei pressi del Nasraptu)
- Tib sari (zi.im), "Rise of the wind", il bordo destro della parte sinistra della mappa
- entrando dal mare Adriatico nella valle padana la parte sinistra della mappa e' la parte appenninica e il suo bordo destro e' la costa adriatica dell'Italia
- Tib sumelim (zi 150), "Rise of the left", il bordo della parte destra della mappa
- non viene indicato se sia il bordo sinistro o il bordo destro (come nel caso del Tib sari) ma siccome stiamo parlando della parte sinistra della mappa si presume che il bordo destro oltre le Alpi non venga consdierato e lò'unico bordo sia dunque quello sinistro riguardante la costa adriatica dal Veneto al Friuli
- Ubanu (su.si, u), "Finger", il conoide piu' grande (Cervino)
Nella figura seguente, la ricostruzione dei luoghi italici indicati nella mappa babilonese con i percorsi di "ispezione del fegato" raccolti nelle tavolette "Pan Takalti":
Sono presenti poi dei "marks" che indicano nei commentari quanto avviene nelle regioni a cui si riferiscono:
- Dihhu, "blister", la cui caratteristica e' la presenza di fluidi... per cui e' da pensare che indichi un lago che in alcuni casi non ha emissari (vedi "RA 27 149:21", "there is a dihhu which does not release fluid")
- Eristu (kam.tum, eris.tum), "request"
- Kakku (gis.tukul), "weapon"
- Tralasciamo cosa viene inteso dagli esperti con il termine "kakku" (Leiderer lo descrive come un'escrescenza del fegato, un pezzo di tessuto carnoso a forma di clava...). C'e' concordia sul fatto che e' importante la direzione in cui punta questo "kakku", nei commentari babilonesi infatti il kakku viene sempre espresso come un'entita' che punta verso qualcosa. A seconda di cosa punta e di altri fattori, ecco che la situazione viene detta favorevole o sfavorevole. Si e' quindi cercato di catalogare le interpretazioni relative ai kakku ma non si e' ancora trovata una formula che definisca esattamente quando un kakku sia favorevole o meno, e credo bene che sia cosi' perche' ogni episodio va visto in una luce geografica e storica, non certo anatomica. Qualche certezza l'abbiamo. Koch-Westenholz afferma che in tutti i testi da lei tradotti i riferimenti ai kakku sono esclusivamente legati alle battaglie o alle forze armate:
- "Unsurprisingly, many of the apodoses of the Weapon compendia and of omens from all over the series with a Weapon in the protasis concern warfare and the armed forces" (KW, pagina 51).
- Esaminando alcuni passaggi notiamo come un kakku, tradotto come Weapon, possa semplicemente rappresentare una battaglia (che peraltro e' questo il suo significato esatto quando viene tradotto in altri testi che non sono "divinatori"):
- "A Weapon lies above the Palace Gate and it points to the left Doorjamb of the Palace Gate: The enemy will have to abide by the word of the prince" (KW 62:58)
- "The Yoke turns into a Weapon and points downwards: Attack of Elam" (KW 76:5)
- "The Strenght turns towards a Weapon and it points to the Seat of the left: My army will win fame" (KW 59:20)
- "A Weapon is placed at the rear of the Throne Base and it points to the right Plain of the Finger: The enemy will reach my sacred place" (KW 66:140)
- Appare evidente che si tratti di battaglie e a seconda dell'episodio, e delle forze in campo, cambia il fatto che tale battaglia sia favorevole o sfavorevole, come spesso viene indicato in questi casi. Nell'ultimo passaggio sopra elencato abbiamo una battaglia che si svolge nei pressi del Cervino/Matterhorn (Ubanu, the Finger) e il conseguente arrivo del nemico nel territorio sacro rappresentato da questa montagna. Riportiamo a questo punto un passaggio dei piu' significativi riguardanti Piemonte e Liguria, una delle battaglie di Sargon di Akkad nella regione Niru (the Yoke), con la sua parte medio-destra che dovrebbe corrispondere alla provincia di Cuneo:
- "... the middle of the Yoke to the right and it points to the left side of the liver: Weapon of Sargon" (KW 76:20)
- Kaksu, "a mushroom-shaped weapon"
- Lara isu, "to have a branch"
- Laru, "branch", biforcazione
- Nekemtu, "hidden part", parte nascosta
- Niphu (izi.gar)
- Padanu (gir), "path", percorso, strada
- Pasatu (lal), "efface"
- Pataru (du), "to split"
- Pillurtu (bar.tum) detto anche Pallurtu oppure Ispallurtu, "cross"
- Pilsu, "perforation"
- Pitru (du), "fissure"
- Pitru sakin
- Pitrustu (du.us, du.us.tum)
- Pusu (babbar), "white spot"
- Qu (gu), "filament", forse un torrente oppure un sentiero
- Samatu, forse "to tear off" oppure "to flatten"
- Sepu (gir), "foot"
- Sihhu
- Silu (bur), "hole"
- Sisitu, "membrane"
- Pensando che queste mappe geografiche siano i modelli del fegato di una pecora, gli esperti traducono la parola "sisitu" come "membrana". In particolare, Leiderer (ASbL 33, Abb.41) identifica questa membrana come "a common skinlike covering of holes made by larvae". Ma vediamo meglio di cosa si tratta esaminando i casi dove compare questa parola:
- "The Well-Being is covered by a membrane: Confusion will fall on the army" (KW 64:10)
- ...
- "There are two Paths and the upper one is covered by a membrane: Confusion will fall on my army" (KW 27:36)
- "There are two Paths and the lower one is covered by a membrane: Confusion will fall on the enemy army" (KW 27:37)
- "There are two Paths and they are covered by a membrane: An omen of confusion and chaos" (KW 27:38)
- Nei casi appena esposti abbiamo il territorio coperto dalla neve (e' questa la "membrana"): nel primo caso sappiamo che e' la Lombardia (Well-Being), nel secondo non compaiono riferimenti che ci indichino dove avviene lo scontro tra i due eserciti (uno dislocato sul percorso superiore e uno su quello inferiore). Non e' difficile immaginare come la neve possa portare confusione tra i soldati dell'esercito, tanto piu' che provenendo da zone con clima piu' temperato si suppone che nessuno di loro possa aver mai visto in vita sua la neve. Fosse anche che gia' la conoscessero, rimane comunque un bel problema ritrovarsi, in tale epoca, in mezzo a una regione coperta completamente dalla neve. Abbiamo una conferma che questa sia neve leggendo alcuni passi che parlano della neve nella Presence, la "stazione" (a parte Koch-Westenholz, che usa il termine "presenza", da altri esperti viene usato il termine "stazione"), probabile colonia (da ipotizzare sulla costa tirrenica) da dove partivano le ispezioni della regione. Nel brano seguente la regione e' coperta dalla neve e il re si ammala. Nel passaggio successivo si ribadisce la presenza di questa neve, insolita per la regione, e che a causa della malattia il re non e' sopravvissuto.
- "The Presence is covered by a membrane: The king will contract a serious illness" (KW 20:132)
- "The Presence is covered by a membrane and it is abnormal: The king will die from that illness" (KW 20:133)
- Tibum "elevation"
- Usurtu, "design"
- Ziqtu, "sting of a scorpion"
Nel numero 62 della rivista "Revue D'Assyriologie Et D'archeologie Orientale" ci sono parecchie pagine scritte da Jean Nougayrol riguardanti il fegato babilonese contrassegnato dalla sigla "BM 50494".
Rispetto al piu' conosciuto fegato babilonese ci sono alcuni nomi che sono gli stessi e che quindi ci permettono di confrontare i due oggetti, sebbene questo secondo reperto sia purtroppo incompleto mancando quasi tutta la zona settentrionale tra cui la montagna piu' importante che abbiamo visto essere il monte Cervino (il babilonese Ubanu, "monte Banu"):
Tenendo conto che il monte Sibtu (il Monviso) e la serra d'Ivrea sono presenti in entrambe le mappe, possiamo subito constatare che la pianura piemontese viene rappresentata accuratamente. La zona verticale in bassorilievo presente al centro della mappa e chiamata "canale del fegato" e' facilmente individuabile nella pianura piemontese sopra e sotto la strisca collinare del Monferrato settentrionale, come mostrato nella seguente immagine:
E dunque possiamo affermare, tenendo presente la traduzione in francese di Jean Nougayrol:
- il monte Sibtu, che pensando a un fegato viene tradotto come "increment" oppure "excroissance", e' il Monviso che domina l'antistante pianura piemontese
- ai lati e dietro il monte Sibtu (Monviso) c'e' il "giogo" che anche nelle traduzioni mantiene la sua caratteristica montagnosa
- l'esistenza del monte Ubanu, tradotto in inglese con "finger" e in francese con "doigt" (in italiano sono entrambi un "dito"), viene confermata da alcune scritte in alto a sinistra (poco prima del bordo mancante) che indicano lo "spazio intermedio tra il giogo e il dito" e si presume quindi che in tale bordo mancante fosse raffigurato tridimensionalmente tale "dito" (il monte Cervino)
- tale "spazio intermedio tra il giogo e il dito" si presume che possa essere la valle d'Aosta (tra le Alpi occidentali e il monte Cervino)
- il cerchio presente nella parte bassa della pianura piemontese, nei pressi di Cuneo, viene chiamato in francese "le parc", "il parco" o meglio ancora "il giardino"
- a sinistra del cerchio c'e' la "parte sottile del giogo" che trova riscontro anche nel piu' famoso fegato babilonese in cui tale parte sottile rappresenta le Alpi liguri che, rispetto alle Alpi piemontesi, sono molto piu' "sottili" nel senso che basta poco per traversarle raggiungendo cosi' il mare e viceversa dal mare giungere nella pianura piemontese
- l'unica parte del bordo inferiore rimasta ha due scritte che indicano tale regione come "soulevement" che mostra bene come tale bordo rappresenti la costa della Liguria in cui occorre "sollevarsi" dalla costa del mare per raggiungere le regioni piemontesi
- da tale regione "sollevamento" si raggiungono le caselle riguardanti le Langhe piemontesi che vengono indicate con il segno cuneiforme NA tradotto con "presenza" e il cui significato non e' ancora stato chiarito... ovviamente parlando di fegati di pecora risulta oscura cosa possa essere, mentre se la consideriamo una mappa geografica e' chiaro che tale "presenza" puo' indicare l'effettiva presenza di una popolazione che abita tale regione (la traduzione alternativa "station" sembra invece piu chiara nell'indicare una "stazione" che si presume essere un luogo amichevole, in cui stazionare, per chi possiede la mappa)
- resta difficoltoso individuare le restanti regioni della parte orientale perche' non abbiamo un riferimento preciso di dove finisca la mappa, sia per la mancanza del bordo dell'oggetto sia perche' abbiamo constatato la tendenza ad allargare tale territorio dalla pianura alessandrina fino a raggiungere le coste del mar Adriatico, con il progressivo quindi allontanarsi verso oriente delle "porte del palazzo" e dello stesso "palazzo" (rimarchiamo comunque una volta di piu' che termini quali "palazzo", "porte del palazzo", "strada", e tanti altri, poco abbiano a che fare con un fegato di pecora e siano invece l'effettiva descrizione di una realta' geografica)
Dal fegato ai polmoni (hasu)
L'ispezione canonica del territorio raffigurante il fegato della grande creatura geografica termina con il Sibtu e il circostante Niru che abbiamo visto essere il Monviso e le Alpi occidentali. Nei commentari dell'epoca, l'ispezione prosegue inoltrandosi nel territorio raffigurante i polmoni della medesima grande creatura geografica.
Anche nel caso dei polmoni siamo in presenza di termini quali "il fiume", "la riva del fiume", "il palazzo" e via seguendo, che evidenziano la realta' geografica descritta in tale raffigurazione.
Essendo "hasu" il termine akkadico indicante il territorio relativo a tali polmoni e' immediato pensare alla regione Assia, in lingua tedesca Hessen, abitata anticamente dai Catti che notoriamente sono poi diventati "Hatti" e infine "Assi" attreaverso le mutazioni del termine dovute alla seconda rotazione consonantica dell'alto-tedesco. E' interessante notare che i Catti erano una delle tribu germaniche che insieme venivano chiamate Alemanni le cui consonanti L-M-N sono le stesse del termine latino "pulmo-pulmonis" con la prima lettera "p" che in quanto B=P e' il prefisso semitico indicante lo stato in luogo (dunque "polmone" come "B-Alemannia", "in Alemannia/Germania").
La scarsa disponibilita' di testi antichi riguardanti questo territorio rende difficile la ricostruzione esatta dei luoghi descritti. Uno dei punti cruciali e' sicuramente quello del "Uban hasi qublitu" ("Middle finger") che sembra avere le medesime caratteristiche del monte Cervino (Ubanu) presente nella mappa che nell'ispezione canonica precede quest'altra mappa, un po' come negli atlanti che si cambia territorio passando da una pagina all'altra ma alcuni luoghi sono necessariamente al confine tra le due regioni:
- una ipotesi e' che il "dito" sia la stessa montagna Cervino presente in entrambe le mappe, con la differenza che in questa mappa francese stiamo parlando del versante transalpino in cui il Cervino si presenta in tutto il suo splendore conoidale (in questo caso il suo essere definito "dito medio" o "dito in mezzo" puo' indicare il suo essere a meta' tra la Fracia e la Germania, cosi come tra la Francia meridionale e quella settentrionale, oltre che a trovarsi alle sorgenti sia del Rodano che del Reno che uno dei due, se non entrambi, sono da considerare il fiume dei polmoni presenti nei testi che descrivono tale territorio)
- una seconda ipotesi, trovandoci in territorio piu' francese che tedesco e considerando che il monte principale viene chiamato "dito medio" o meglio "dito in mezzo", ci porta a pensare che la montagna principale di questo territorio sia il Massif Central (Massiccio Centrale) che si trova al centro della parte meridionale francese con la caratteristica cima "Puy de Dome" nella veste protagonista di "dito medio" della mappa
In alcuni testi si cita la presenza di altri "diti" ma si specifica che quello principale resta comunque nel suo solito posto (vedi "YOS 10 39:7", "There are two middle fingers of the lung, the one place normally, the other stands upon topo of the cap").
Come mostrato nella figura seguente, le iscrizioni camune denominate "masso di Bagnolo" e "stele di Arco" sembrano indicare che il territorio camuno sia quello corrispondente alla terza riga del fegato babilonese:
Kakku, la battaglia
Tralasciamo cosa viene inteso dagli esperti con il termine "kakku" (Leiderer lo descrive come un'escrescenza del fegato, un pezzo di tessuto carnoso a forma di clava...).
C'e' concordia sul fatto che e' importante la direzione in cui punta questo "kakku", nei commentari babilonesi infatti il kakku viene sempre espresso come un'entita' che punta verso qualcosa. A seconda di cosa punta e di altri fattori, ecco che la situazione viene detta favorevole o sfavorevole. Si e' quindi cercato di catalogare le interpretazioni relative ai kakku ma non si e' ancora trovata una formula che definisca esattamente quando un kakku sia favorevole o meno, e credo bene che sia cosi' perche' ogni episodio va visto in una luce geografica e storica, non certo anatomica.
Qualche certezza l'abbiamo. Koch-Westenholz afferma che in tutti i testi da lei tradotti i riferimenti ai kakku sono esclusivamente legati alle battaglie o alle forze armate:
- "Unsurprisingly, many of the apodoses of the Weapon compendia and of omens from all over the series with a Weapon in the protasis concern warfare and the armed forces" (KW, pagina 51).
Esaminiamo alcuni passaggi e notiamo come un kakku, tradotto come Weapon, possa semplicemente rappresentare una battaglia (che peraltro e' questo il suo significato esatto quando viene tradotto in altri testi che non sono "divinatori"):
- "A Weapon lies above the Palace Gate and it points to the left Doorjamb of the Palace Gate: The enemy will have to abide by the word of the prince" (KW 62:58)
- "The Yoke turns into a Weapon and points downwards: Attack of Elam" (KW 76:5)
- "The Strenght turns towards a Weapon and it points to the Seat of the left: My army will win fame" (KW 59:20)
- "A Weapon is placed at the rear of the Throne Base and it points to the right Plain of the Finger: The enemy will reach my sacred place" (KW 66:140)
Appare evidente che si tratti di battaglie e a seconda dell'episodio, e delle forze in campo, cambia il fatto che tale battaglia sia favorevole o sfavorevole, come spesso viene indicato in questi casi. Nell'ultimo passaggio sopra elencato abbiamo una battaglia che si svolge nei pressi del Cervino/Matterhorn (Ubanu, the Finger) e il conseguente arrivo del nemico nel territorio sacro rappresentato da questa montagna.
Riportiamo a questo punto un passaggio dei piu' significativi riguardanti Piemonte e Liguria, una delle battaglie di Sargon di Akkad nella regione Niru (the Yoke), con la sua parte medio-destra che dovrebbe corrispondere alla provincia di Cuneo:
- "... the middle of the Yoke to the right and it points to the left side of the liver: Weapon of Sargon" (KW 76:20)
Sisitu, la neve dei Babilonesi
Pensando che queste mappe geografiche siano i modelli del fegato di una pecora, gli esperti traducono la parola "sisitu" come "membrana". In particolare, Leiderer (ASbL 33, Abb.41) identifica questa membrana come "a common skinlike covering of holes made by larvae".
Ma vediamo meglio di cosa si tratta esaminando i casi dove compare questa parola.
- "The Well-Being is covered by a membrane: Confusion will fall on the army" (KW 64:10)
- ...
- "There are two Paths and the upper one is covered by a membrane: Confusion will fall on my army" (KW 27:36)
- "There are two Paths and the lower one is covered by a membrane: Confusion will fall on the enemy army" (KW 27:37)
- "There are two Paths and they are covered by a membrane: An omen of confusion and chaos" (KW 27:38)
Nei casi appena esposti abbiamo il territorio coperto dalla neve (e' questa la "membrana"), nel primo caso sappiamo che e' la Lombardia (Well-Being), nel secondo non compaiono riferimenti che ci indichino dove avviene lo scontro tra i due eserciti (uno dislocato sul percorso superiore e uno su quello inferiore).
Non e' difficile immaginare come la neve possa portare confusione tra i soldati dell'esercito, tanto piu' che proveniendo dalle zone mediorientali si suppone che nessuno di loro possa aver mai visto in vita sua la neve. Fosse anche che gia' la conoscessero, rimane comunque un bel problema ritrovarsi, in tale epoca, in mezzo a una regione coperta completamente dalla neve.
Abbiamo una conferma che questa sia neve leggendo alcuni passi che parlano della neve nella Presence, la "stazione" (a parte Koch-Westenholz, che usa il termine "presenza", da altri esperti viene usato il termine "stazione, "Station"), probabile colonia (da ipotizzare sulla costa tirrenica) da dove partivano le ispezioni della regione. Nel brano seguente la regione e' coperta dalla neve e il re si ammala. Nel passaggio successivo si ribadisce la presenza di questa neve, insolita per la regione, e che a causa della malattia il re non e' sopravvissuto.
- "The Presence is covered by a membrane: The king will contract a serious illness" (KW 20:132)
- "The Presence is covered by a membrane and it is abnormal: The king will die from that illness" (KW 20:133)
La torre di Babele
La torre di Babele, l'Italia etrusca, i fegati etruschi ittiti babilonesi
Iqquripus, lo zodiaco nella valle del Po
In un libro di Labat ("Un calendrier babylonien des travaux, des signes et des mois") viene riportata una lista di costellazioni associate ai nomi della mappa e ai nomi dei mesi dell'anno. Riportiamo di seguito il testo tradotto da Koch-Westenholz (pagina 24):
Regione |
Divinita' |
Mese dell'anno |
Costellazione |
Manzazu (Presence) |
Enlil |
Nisan |
Hired Man (Aries) |
Padanu (Path) |
Shamash |
Ayyaru |
Bull of Heaven (Taurus) |
Pu tabu (Pleasing Word) |
Nusku |
Simanu |
True Sheperd of Anu (Orion) |
Dananu (Strenght) |
Ninurta |
Dumuzu |
Crab (Cancer) |
Bab ekalli (Palace Gate) |
Belet-Ekalli |
Abu |
King of the Palace, the Bow-star with the King-star (Regulus) |
Sulmu (Well-being) |
Adad |
Ululu |
Raven (Corvus) |
Martu (Gall-Bladder) |
Anu |
Tasritu |
Scales (Libra) |
Ubanu (Finger) |
... |
Arahsamna |
Scorpio |
Sibtu (Increment) |
... |
Tebetu |
Belet-Balati (Vega) |
Niru (Yoke) |
... |
Sabatu |
Giant (Aquarius), Yoke of the Land (Arcturus) |
Nar amuti (River of the Liver) |
... |
Addaru |
Stars (Pleaides), Venus |
E' interessante notare che le costellazioni dello zodiaco, tenuto conto che la prima colonna si riferisce ai nomi delle regioni italiane, sono disposte in cerchio intorno al fiume Po proprio come le conosciamo disposte nel cielo (e queste conoscenze astronomiche dello zodiaco e' dal tempo dei Sumeri che ce le portiamo dietro, non sono nomi inventati recentemente).
Regione |
Nome |
Zodiaco |
costa tirrenica |
Manzazu (Presence) |
Ariete |
Appennini |
Padanu (Path) |
Toro |
costa adriatica |
Pu tabu (Pleasing Word) |
tra Toro e Gemelli (Orione) |
Veneto-Friuli |
Dananu (Strenght) |
Cancro |
il fiume Adige? |
Bab ekalli (Palace Gate) |
Leone (di cui e' parte la stella Regulus) |
Lombardia |
Sulmu (Well-being) |
Vergine (a fianco del Corvo) |
Alpi settentrionali |
Martu (Gall-Bladder) |
Bilancia |
monte Cervino |
Ubanu (Finger) |
Scorpione |
Monviso |
Sibtu (Increment) |
Capricorno (vicino a Vega) |
Alpi occidentali |
Niru (Yoke) |
Acquario |
Potrebbe quindi essere che per riconoscere l'esatta posizione di certe regioni si facesse ricorso a questi accostamenti, cosi' da ricordarsi con precisione che nella valle c'e' prima questa regione, poi l'altra e via dicendo.
Ma se facciamo attenzione c'e' di piu'... siccome il segno dei Pesci viene proprio da collocarlo nella zona tirrenica dove ci sta l'acqua, tutto questo farebbe supporre che sia stata la penisola italiana a dare i nomi allo zodiaco e non si tratti quindi di semplici accostamenti applicabili a qualsiasi regione circolare (come lo puo' essere la valle del Po, un po' ovaloide ma abbastanza circolare da essere rappresentata zodiacalmente).
In breve, non e' da escludere che la tuttora sconosciuta origine dei Sumeri sia a ben vedere europea (considerate tutte le cose che stanno venendo fuori, dall'antico regno di Subartu a quanto altro stiamo esponendo).
Discesi in Mesopotamia dalle "terre alte", cosi' si racconta, ecco che molte cose della loro mitologia si spiegano senza fare ricorso a una loro presunta origine "extraterrestre" (provenivano si' dai luoghi alti, ma si tratta appunto dei luoghi alpini che conosciamo, dove peraltro l'osservazione astronomica e' da definirsi in condizioni ottimali per essere svolta con successo).
Subartu
Nei commentari che parlano della regione tra il Monviso e le Alpi Liguri abbiamo la citazione di un attacco di Subartu e la sua caduta nel mezzo della pianura.
Notiamo, nel testo del commentario, la descrizione della parte posteriore del Yoke (le Alpi occidentali) come sia serrata come i "denti di una sega" ma non saprei dire se questa zona posteriore sia il versante francese, quello italiano o forse anche la zona costiera (tra le parentesi quadre potrebbe esserci l'indicazione della "parte sottile" del Yoke, corrispondente nelle mappe alla costa ligure-francese e ben descrivibile come "denti di una sega").
- "the [...] of the Yoke (Niru) opposite the Increment (Sibtu) is serrated like the teeth of a saw: Locusts will attack and leave nothing to eat, or Subartu will attack and fall into the middle of the land" (Koch-Westenholz 76, B4-5)
- "the Yoke (Niru) is bent towards the Increment (Sibtu): Attack of Subartu" (Koch-Westenholz 76, B15)
Nel primo dei due esempi vengono riportate due notizie (attacco di locuste che non lasciano nulla da mangiare, oppure attacco di Subartu e sua caduta nel mezzo della pianura). Sono due i casi possibili, che gli avvenimenti siano accaduti entrambi nello stesso momento oppure che si riferiscano entrambi allo stesso luogo ma siano accaduti in epoche diverse (avvenimenti riuniti nell'indicare le diverse cose accadute in questo luogo, dipende se l'iscrizione e' relativa a un itinerario-ispezione soltanto o se sia riassunto di precedenti itinerari-ispezioni).
Akkad, la terra di Sargon
Citiamo subito il passaggio che parla di Akkad e della sua distruzione:
- "[There are two Paths and the second] is drawn at the rear of the Dyeing Vat, and they are joined at the right and the left side of their tips: Omen of Sharkalisharri, destruction of Akkad. The enemy will attack your area, for a campaign: the leader of my army will not return" (KW 26:19)
Il punto di riferimento da individuare per capire dove ci troviamo e' il Dyeing Vat, che viene tradotto anche come Crucible ("crogiuolo"). Il nome originale e' NASRAPTU ed esiste parecchia documentazione su questa regione. Una prima impressione che mi sono fatto leggendo i testi e' che si tratti della penisola italiana come nome intermedio tra quello babilonese antico NAPLASUM e quello piu' recente MANZAZUM (con il mantenimento pero' della sigla NA come identificativo della regione, sono gli stessi commentari babilonesi a segnalarci questi particolari).
Nella mappa e' chiaro che la zona e' la nostra ma in sostanza Nasraptu potrebbe anche riferirsi al mare Adriatico, e il percorso (Path) della spedizione (nel caso si fosse passati dal Nasraptu) sarebbe stato effettuato con le navi piuttosto che con i carri.
Comunque sia, penisola Italiana o mare Adriatico, nella citazione abbiamo che esistono due percorsi che si uniscono nella parte superiore e in quella inferiore di questa regione. E succede che nella sua parte posteriore avviene la distruzione di Akkad.
Per parlare di Sargon, il "re dei quattro quarti del mondo", occorrerebbe una pagina solo per lui. Mi limito a segnalare come estese, all'incirca nel 2350 avanti Cristo, la sua dominazione ovunque tanto che nella sua vecchiaia tutti i paesi intorno gli si ribellarono ma lui ebbe ancora il tempo di sconfiggerli e fu guerra anche con Subartu tanto che la conquisto' interamente e mai si ebbe un dominio esteso come il suo (tutto cio' viene riferito dalle numerose iscrizioni risalenti a tale epoca).
Ebbe con lui inizio la dinastia di Akkad che per generazioni tenne il titolo di "re di Akkad e di Sumer" fino a che non vennero altri dominatori e una nuova dinastia a regnare.
Rimus, king of the world
Uno dei protagonisti, nel bene e nel male, della storia europea fu Rimus, re del mondo all'incirca nel 2300 avanti Cristo. Nella parte di mappa relativa alle attuali pianure germaniche viene espressamente citato:
- "There are tho Left Rise and they cling to the Gall Bladder and the Left Seat is black: Omen of king Rimus [whom his courtiers killed] with their seals" (Koch-Westenholz 75-r3)
Ci sono due "Left Rise" (zona indicante le pianure germaniche verso il mare) e si uniscono alla catena alpina e il Left Seat (le pianure) e' nero (colore a cui non sappiamo ancora che significato associare): omen ("presagio" ma anche dichiarazione altisonante, direi) di Rimus (il re del mondo di cui trovate qui di seguito elencazione in lingua inglese delle sue gesta).
- Rimus, king of the world, was victorious over Adab and Zabala in battle and struck down 15,718 men. He took 14,576 captives. Further, he captured Mes-kigala, governor at Adab, and Lugal-galzu, governor of Zabala. He conquered their two cities and destroyed the walls of both of them. Further, he expelled so many men from their two cities and annihilated themY Rimus, king of the world, was victorious over Umma and Ki.AN in battle and struck down 8,900 men. He took 3,540 captives. Further, he captured En-x, governor of KI.AN. Further, he conquered their two cities and destroyed the walls of both of them. Further, he expelled 3,600 men from their two cities and annihilated themY Rimus, king of the world, was victorious over Ur and Lagas in battle and struck down 8,040 men. He took 5,460 captives. Further, he captured KA-ku, king of Ur, and Kitus-id, governor of Lagas. Further, he conquered their two cities and destroyed the walls of both of them. Further, he expelled 5,985 men from their two cities and annihilated themY Rimus, king of the world- the god Enlil did indeed grant kingship to him. He was fully three (times) victorious over Sumer in battle in battle. He struck down 11,322 men. He took N captives. Further, he captured KA-ku, king of Ur, and his governors. Further, he took away their tribute (from) as far as the Lower Sea. Further, he expelled 14,100 men from the cities of Sumer and annihilated them. Further, he conquered their cities and destroyed their walls. Thereupon, on his return, Kazallu revolted. He conquered it and within Kazallu (itself) struck down 12,052 men. He took 5,862 captives. Further, he captured Asared, governor of Kazallu and destroyed its (Kazallu's) wall. In total 54,016 men (including) those struck down, captives and men whom he annihilatedY the campaignY By the gods Samas and Alaba I swear that (these) are not falsehoods, (but) are indeed true. At the time of this battle he fashioned a statue of himself and dedicated it to the god Enlil for his well-being. (RIME 2: 41-49)
- Rimus, king of the world, when he conquered Kazallu, in battle with Kazallu he struck down 12,052 men, He took 5,864 captive. Further, he captured Asared, governor of Kazallu and destroyed its (Kazallu's) wall. As for one who removes this inscription, may the gods Enlil and Samas tear out foundations and destroy his progenyY.-socle, below on his right side. Rimus, king of the world, was victorious in battle over Abalgamas, king of Parahsum. Zahara and Elam had assembled in Parahsum for battle, but he (Rimus) was victorious (over them) and struck down 16,212 men (and) took 4,216 captives. Further, he captured Emahsini, king of Elam, and all the Y of Elam. Further, he captured Sidga'u, general of Parahsum and Sar-GA-PI, general of Zahara, in between (the cities of) Awan and Susa, by the 'Middle River'. Further, he heaped up over them a burial mound in the area of the city. Further, he conquered the cities of Elam, destroyed their walls, and tore out the foundations of Parahsum from the land of Elam. (Thereby) Rimus, king of the world, ruled Elam. The god Enlil showed him (the way). In the third year of Enlil's having granted kingship to him (there was) a total of 9,624 men (whom he defeated) including those struck down (and captives). By the gods Samas and Ilaba I swear that (these) are not falsehoods, (but) are indeed true. At the time of this battle he fashioned a statue of himself and dedicated it to the god Enlil for his well-beingY When he conquered Elam and Parahsum, he took away 30 minas of gold, 3, 600 minas of copper and 300 male and female slaves and dedicated (them) to the god Enlil. (RIME 2: 51-55)
- Rimus, king of the world : the god Enlil gave to him all the land. He holds the Upper Sea and the Lower Sea and all the mountain (lands) for the god EnlilY.To the god Sin, Rimus, king of the world, when he conquered Elam and Parahsum, dedicated (this) object from the booty of Elam. (RIME 2: 59,63)
Bibliografia
- Babylonian liver omens, the chapthers Manzazu, Padanu and Pan Takalti of the babylonian extispicy series mainly from Assurbanipal library" by Ulla Koch-Westenholz (CNI 25, The Carsten Niebur Institute of Near Eastern Studies, Museum Tusculanum Press, University of Copenhagen, ISBN 87-7289-620-5)