Inviato da: carlo il August 04, 2003 at 17:11:54:
Koinè
Koinè viene intesa come ‘ambiente culturale’.
Contesto l’uso improprio di questo termine perché
radica in pregiudizi ed è fonte di equivoci.
Virgilio è il campione della latinità (per
Dante). Se uno afferma che Virgilio esprime una
koinè latina ignora e fa ignorare che Virgilio
era etrusco: lo indica il suo terzo nome Maro,
che ricorda i MARU, i sacerdoti giudici etruschi.
Il passo per vedere MA RU sumero è brevissimo.
Voglio essere ripetitivo fino alla noia su questo
punto qua: se si accetta questa nota semplice e
chiara si smette di dire cose senza significato.
Koinè mediterranea, in ambito romano, indica il
tempo in cui il Mediterraneo era mare nostrum,
cioè era interno all’impero romano. Siamo dunque
nel periodo 0-200 d.C., i due secoli di pax
romana. Il dominio coeso faceva comunicare
correntemente insieme tutte le etnie e la koinè
era unica.
Prima delle guerre puniche si ebbe una koinè
alessandrina nel mediterraneo orientale, databile
al III sec. a.C., comprensiva delle satrapie
dominate dai discendenti del condottiero.
Non credo si possa parlare di una koinè
mediterranea fenicia pur avendo i Fenici navigato
tutto il mediterraneo per il fatto che la loro
influenza non è andata molto oltre le coste.
Supporre una koinè mediterranea prima di Roma
pare fantasia che non radica in sufficienti
elementi descrittivi. E’ un ‘falso concreto’: il
Mediterraneo c’è e c’era, l’unità culturale è
immaginata, supponendola senza uno straccio di
prova. I Greci non potevano passare le colonne
d’Ercole, che probabilmente era lo stretto di
Messina, gli Etruschi non potevano scendere i
Fenici non potevano salire etc. La koinè
mediterranea, probabilmente, non c’era affatto.
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